
Calcutta gioca in casa con lo show ’Relax’
Per Calcutta quello di questa sera all’ Unipol Arena di Casalecchio di Reno è un concerto a pochi passi da casa, visto che il cantautore romano, stella assoluta della nuova ondata della canzone d’autore italiana, vive a Bologna da molti anni. Una scelta che condivide con tanti colleghi (ultimo Giovanni Truppi) che qui hanno trovato l’ambiente ideale per comporre in quel clima di socialità e di scambi che ha contribuito a fare del capoluogo emiliano la ‘Città Creative della Musica Unesco’. Già nel 2017 l’artista, vero nome Edoardo D’Erme realizzò, si era da poco trasferito a Bologna e la sua carriera era agli esordi, una ‘playlist’ commissionata dal Comune come colonna sonora per il Capodanno cittadino. Adesso ‘ritorna a casa’ con un concerto, come tutti quelli del tour invernale, esaurito subito dopo l’annuncio, a testimoniare quanto, anche se non realizzava un nuovo disco da cinque anni (il precedente, Evergreen è del 2018), sia amato. Il nuovo album, sul quale si basa lo spettacolo, si chiama Relax, una raccolta di canzoni che rasentano la perfezione pop, la capacità di racchiudere, nei pochi minuti della melodia, un complesso universo di sentimenti. Lui aspira a diventare voce di una generazione.
Un disco ricchissimo di linguaggi musicali diversi, a tratti spiazzante, come nella iniziale Coro, con tanto di intonazione vocale ispirata alle ballate degli alpini ed un gruppo coristico di montagna che con lui canta "se non esistessero i soldi, noi due dove saremo, non si farebbe Sanremo, forse è anche meglio così". Brano che quasi sicuramente Calcutta sceglierà anche per aprire il concerto all’Unipol Arena, che proseguirà poi con altri estratti dal nuovo lavoro, come l’elettropop di ’2minuti’, il funk di ’Controtempo’ e ’Loneliness’, ’Preoccuparmi’, dal forte incedere romantico, ’Allegria’, che sembra una dedica alla grande stagione della canzone italiana (quasi un omaggio a Battisti), sino al gran finale con ’Tutti’ e le sue rime malinconiche che recitano, "che sembriamo tutti impauriti, tutti bolliti, tutti falliti, che sembriamo tutti falliti".
In mezzo tantissime canzoni che fanno parte dei dischi precedenti e che sono diventate, nel corso dei tempo, dei classici del nuovo pop nazionale. Come la più famosa del suo repertorio ‘Paracetamolo’, tratta da Evergreen, e ’Gaetano’, contenuta nel secondo album Mainstream con quel ritornello che dice "e ho fatto una svastica in centro a Bologna Ma era solo per litigare Non volevo far festa e mi serviva un pretesto". All’epoca suscitò qualche polemica, ma Calcutta ha abituato il suo pubblico alle libertà poetiche. Per i tanti che non sono riusciti a trovare un biglietto, sono appena state annunciate le date del tour estivo.
Pierfrancesco Pacoda