Calvario in ospedale. Operata per una cisti muore dopo sei mesi. I parenti: fate giustizia

Prima l’intervento al canale uditivo, poi le complicazioni al cervello. La donna aveva 65 anni. La procura indaga per omicidio colposo .

Calvario in ospedale. Operata per una cisti muore dopo sei mesi. I parenti: fate giustizia

Calvario in ospedale. Operata per una cisti muore dopo sei mesi. I parenti: fate giustizia

di Chiara Caravelli

BOLOGNA

Ottobre 2023. Una donna di 65 anni si reca al Policlinico Sant’Orsola di Bologna per sottoporsi a un intervento di asportazione di una cisti nel canale uditivo. Sei mesi dopo, nella mattina di domenica scorsa, muore all’ospedale Bellaria per una serie di complicazioni successive all’operazione. Ora i familiari della donna, assistiti dalla legale Chiara Rinaldi, hanno presentato un esposto per far luce sulle cause che hanno portato al decesso. La Procura felsinea ha disposto l’autopsia sul corpo della sessantacinquenne: l’incarico è stato affidato dal pubblico ministero Michela Guidi al medico legale Matteo Tudini. All’accertamento tecnico, nominata dall’avvocato Rinaldi come consulente di parte, parteciperà anche la dottoressa Donatella Fedeli.

A seguito dell’esposto presentato dai familiari, intanto, è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.

Ma facciamo un passo indietro. La signora viene ricoverata al Policlinico Sant’Orsola, in perfette condizioni di salute, a fine ottobre dello scorso anno, per sottoporsi a un intervento di asportazione di una cisti nel canale uditivo. A inizio novembre, pochi giorni dopo l’intervento, la signora era stabile anche se iniziava a presentare alcune difficoltà di coordinazione motoria. A metà mese, infatti, viene trasferita dal reparto di Otorinolaringoiatria e Audiologia a quello di Medicina fisica e riabilitativa. Nel corso di quest’ultimo ricovero, mentre stava andando in bagno, la sessantacinquenne cade accidentalmente. Sottoposta a una tac di controllo, alla paziente viene diagnosticato un importante idrocefalo (accumulo di liquido all’interno del cervello), motivo per cui viene trasferita d’urgenza nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Bellaria. Qui, la donna viene sottoposta a una serie di interventi per drenare il liquido che si era accumulato nel cervello e, in seguito, anche per contrastare un’infezione causata da una candida cerebrale.

Una situazione che, dopo il primo intervento, si è via via complicata fino alla morte, nella mattina di domenica scorsa. Ora i familiari – che per il momento non intendono rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda – vogliono vederci chiaro e chiedono che venga valutato il comportamento dei medici che hanno trattato la paziente. Questo al fine di accertare se ci siano state negligenze o imprudenze nell’operato dei professionisti e, quindi, ad attribuire le diverse responsabilità laddove ce ne fossero.

Nell’esposto presentato in Procura dai parenti della vittima si chiede inoltre che venga sequestrata tutta la documentazione clinica relativa sia al primo periodo trascorso dalla donna al Sant’Orsola che, in un secondo momento, a quello all’ospedale Bellaria dove poi è deceduta. In attesa dell’esame autoptico, che potrà far luce sulle cause che hanno portato alla morte della sessantacinquenne, né l’Ausl né il Policlinico intendono rilasciare dichiarazioni.

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