MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

Il re dei pasticceri. Gino Fabbri ci crede: : "Vorrei tagliare la torta per la Champions"

Il celebre artista dei dolci è, da sempre, appassionato del Bologna "Motta ha saputo raccogliere e affinare l’eredità del mio amico Sinisa. Il club ora è all’altezza per raggiungere traguardi importanti".

Il re dei pasticceri. Gino Fabbri ci crede: : "Vorrei tagliare la torta per la Champions"

Il re dei pasticceri. Gino Fabbri ci crede: : "Vorrei tagliare la torta per la Champions"

"La Champions sarebbe davvero la ciliegina sulla torta". Una frase fatta, che calza a pennello con la scalata europea del Bologna calcio, e che viene pronunciata proprio da chi della pasticceria ne ha fatto un’arte: Gino Fabbr. Il maestro mondiale dei dolci osserva il club, ora con in tasca un posto per l’Europa League, crescere e spiccare il volo. Quando è allo stadio, il pasticciere segue i match per lavoro, ma sotto alla divisa bianca, il suo cuore è totalmente rossoblù.

Fabbri, che risultato sarebbe arrivare in Champions?

"Sarebbe la ciliegina sulla torta ed è un traguardo che auguro con tutto il cuore alla squadra, alla società e al presidente Saputo, legato umanamente e profondamente ai ragazzi di Motta. Ed è da tempo, poi, che dico una cosa e che coltivo un sogno nel cassetto..."

Quale?

"Vorrei tagliare la torta dell’Europa in piazza Maggiore, con i tifosi e il Bologna. È un sogno nel cassetto che mi piacerebbe molto avverare, anche solo per fare una foto. Adesso c’è una grande attesa che coinvolge l’intera città e ognuno, tramite piccoli gesti, mostra la sua gratitudine e il suo affetto: basta guardare le vetrine dei negozi per vedere che tutti tifano rossoblù".

E lei quanto è tifoso?

"Lo sono totalmente, anche se quando vado allo stadio, la domenica, lo faccio per lavoro sulla Terrazza Bernardini. Ma ho un forte legame con il Bologna. Su una scala da uno a dieci, la mia è una passione da dieci e lode".

È sempre stato un appassionato?

"Sì, ma quando ho conosciuto Sinisa il legame con la squadra si è stretto ancora di più: ho ancora la giacca che mi regalò durante una mia visita a Casteldebole, con le mie iniziali ricamate, della quale non mi libererò mai. Anche Sinisa aveva in mente il traguardo europeo".

Ora il sogno è realtà, anche per Mihajlovic.

"Quando si chiude una porta, anche in maniera così tragica come è successo per Sinisa, di solito si apre un portone. E questa squadra sta dando vita ai suoi sogni, come quello europeo".

Il club ne è all’altezza?

"Assolutamente, perché la squadra ha acquisito un valore aggiunto, che ha fatto finalmente scattare una molla, grazie anche al nuovo allenatore".

In che senso?

"Thiago Motta ha preso in mano l’eredità notevole e importante di Mihajlovic, che era già riuscito a dare un certo peso alla qualità del gioco, e ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo, raggiungendo determinati traguardi. Succede lo stesso nelle attività quando si affronta il passaggio generazionale: i figli devono difendere le conquiste di chi li ha preceduti, diventando più bravi. E Motta ce l’ha fatta, così come la squadra, che ha un compito".

Cioè?

"Le persone, da sole, non bastano per essere dei campioni; fare ed essere una squadra, invece, lo permette. È importante mantenere i piedi ben saldi a terra, rimanendo sempre sé stessi. Si scalano i gradini, e le responsabilità, automaticamente, diventano maggiori anche verso chi ci circonda. Essere in Europa per il Bologna è un onore, ma anche un onere: i ragazzi possono diventare campioni e dimostrare di esserlo, ogni giorno".

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