Capriolo aggressivo, l'esperto: "Attacca se allevato in cattività"

Gian Maria Pisani, veterinario e docente di fauna selvatica, spiega il caso del capriolo che ha preso a cornate una coppia modenese FOTO: la cattura - i piccoli Bambie

Un capriolo nel Centro di Tutela e Ricerca Fauna di Sasso Marconi

Un capriolo nel Centro di Tutela e Ricerca Fauna di Sasso Marconi

Bologna, 12 agosto 2015 - Dopo il caso del capriolo che ha aggredito una coppia di coniugi a Vignola (Modena), abbiamo sentito Gian Maria Pisani, veterinario, docente di fauna selvatica a Parma.

Possibile, bambi aggredisce l’uomo? «Solo se è stato allevato in cattività, non ci sono dubbi. Ce l’ha insegnato Lorenz con l’imprinting. Non conta la specie ma la relazione. Il genitore è chi ti accudisce e ti sfama». Quindi il capriolo addomesticato vede nell’uomo un suo simile? «Proprio così. L’animale adulto è portato ai giochi di supremazia. A cornate. E attacca». Ma perché mai uno decide di portarselo a casa? «Lo schema di solito è questo. Appena nati i piccoli sembrano abbandonati, invece è un sistema difensivo. La mamma subito dopo il parto si allontana e si porta via il pericolo. Il cucciolo non ha odore e sta fermo, schiacciato al suolo. Un predatore per accorgersene ci deve proprio inciampare». Invece l’uomo pensa... «Oh poverino! E si mette in testa di salvarlo, facendone un animale domestico. Chiediamoci: perché uno prende un cane, un gatto o un cavallo e lo fa diventare un bambino? Tutti diventano qualcosa che non abbiamo». In questo caso: una violenza e una condanna a vita. «Il capriolo ha un destino segnato. Dovrà vivere in un centro. Si scontrerà sempre con chi gli porta il cibo. Più cresce e più aumenta il rischio. Anni fa ho passato tre giorni in ospedale dopo essere stato colpito da un capriolo imprintato. Gli tagliarono anche le corna ma non servì. Si sfogava con l’autolesionismo. Un giorno lo abbiamo trovato morto, impigliato nel recinto». Cosa rischia chi alleva un capriolo? «Molto. Una multa da 200 euro minimo, una denuncia per furto allo Stato e per maltrattamento animale». Un sacco di guai. «Da scrivere grande così. I cuccioli vanno lasciati stare!».

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