Bologna, 18 settembre 2018 - Quasi tre anni senza notizie. E ora la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione del fascicolo della scomparsa di Biagio Carabellò. L’inchiesta per sequestro di persona, senza indagati, è stata coordinata dal pm Stefano Orsi e dal procuratore Giuseppe Amato, ma non avrebbero portato a esiti significativi i tentativi di far luce sulla scomparsa del 46enne, residente in via Raimondi, in Bolognina, di cui non si hanno notizie dal 23 novembre 2015 e di cui non è mai stato ritrovato il corpo.
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I familiari, assistiti dall’avvocato Barbara Iannuccelli, sono sempre stati convinti che Carabellò sia stato ucciso e nel corso delle indagini sono stati effettuati sopralluoghi dei Ris nella casa dove viveva l’operaio 46enne e ricerche dei sommozzatori nel fiume Reno. Alla fine dell’anno scorso proprio i Ris di Parma hanno trovato in un armadio una giacca che presenteva macchie di sangue, appartenente a Carabellò.
È invece ancora a processo, con l’accusa di falsificazione e soppressione di testamento, Simona Volpe, amica della fidanzata di Carabellò, Elisabetta Filippini, morta nel 2010. Nel testamento Volpe era nominata unica erede.
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