Ius Soli Bologna, sì di Casini : "È un atto di coraggio necessario"

Il senatore si dice "d’accordo al cento per cento" con il percorso intrapreso dal sindaco Lepore "Mi dichiarai a favore già vent’anni fa, da presidente della Camera. Nessuno, neanche a destra, polemizzò"

Bologna, 19 novembre 2022 - "Lo Ius soli alla bolognese? Sono d’accordo al cento per cento. Del resto ne parlavo già 20 anni fa, quand’ero presidente della Camera". Pier Ferdinando Casini, senatore eletto con il centrosinistra in città, approva il pressing del sindaco Matteo Lepore e l’iniziativa di martedì 22 novembre al Teatro delle Celebrazioni con la consegna delle pergamene con la cittadinanza onoraria ai minori nati in Italia o che abbiano compiuto sotto le Due Torri almeno un ciclo scolastico.

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Pier Ferdinando Casini, senatore eletto nella lista del Pd
Pier Ferdinando Casini, senatore eletto nella lista del Pd

Casini è d’accordo con la modifica dello Statuto comunale che inserisce il principio dello Ius soli?

"Ogni scelta delle amministrazioni locali è sempre discutibile. E in questo senso anche le scelte di Lepore. Ma se c’è un tema che condivido appieno è questa decisione che mira ad avviare un’opera di sensibilizzazione nei confronti del legislatore. Non c’è una ragione al mondo per cui ragazzino di colore che viene dalla Bolognina e che va allo stadio e tifa per il Bologna come noi, che parla il nostro dialetto, sia un cittadino di serie b. Ci vuole un atto di coraggio: magari si perde qualche voto, ma si guadagna in credibilità".

Lei è un sostenitore dello Ius soli dal 2002, quand’era ancora nel centrodestra…

"Ero presidente della Camera, eletto da una maggioranza di centrodestra. Mi dichiarai a favore dello Ius soli e nessuno, neanche a destra, polemizzò. Sono passati 20 anni. Oggi purtroppo sembra che la pratica del rinvio sia diventata la normalità…".

Stupito che non si siano fatti passi avanti?

"Eccome. In campagna elettorale, 20 anni dopo, si è parlato solo di Ius scholae (il diritto di cittadinanza garantito solo si è compiuto un ciclo di studi in Italia, ndr) che è qualcosa di diverso dallo Ius soli (il diritto di nascita). E in più non si è nemmeno trovato un accordo, diventando motivo di scontro. Ciò dimostra che invece di andare avanti, torniamo indietro".

Oggi col governo Meloni pare impossibile che si approvi lo Ius soli. Che cosa ne pensa?

"Mi auguro che la nuova maggioranza e comunque il Parlamento prendano atto che è necessario allineare l’italia alle grandi nazioni che sulla coesistenza pacifica ordinata e legale costruiscono il proprio futuro. Siamo in un momento drammatico: la crisi della natalità va certamente affrontata con provvedimenti per la famiglia, ma a questi serve associare un destino comune per le persone che legalmente vengono in Italia o studiano nel nostro Paese".

Lo Ius soli viene considerato un tema di sinistra…

"Non è un tema di sinistra, va trattato con intelligenza e umanità. Mi auguro, quindi, che la parte intelligente della maggioanza non lasci cadere questa proposta. È ora di dire basta a queste etichette nominaliste. Cosa sono la destra e la sinistra? Se non ci capisco più niente io… Parliamo di temi concreti e di come legare a un destino comune i nostri figli e questi ragazzi per costruire assieme l’Italia del futuro. Partendo da Bologna, magari. Perché no".

Insomma, l’integrazione prescinde dai colori politici?

"Sì. Anche perché più c’è integrazione, legale, meno si lasciano persone alla mercè di trafficanti vecchi e nuovi. E i trafficanti, che stanno dietro al racket della prostituzione e della droga, non sono solo stranieri, ma anche italiani, che utilizzano la debolezza di queste persone senza diritti".

 

 

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