Clandestini in arrivo dal Ghana Carte false, funzionario nei guai

Squadra mobile e Polaria. hanno sgominato la banda:. ogni volo costava 7mila euro. .

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"Non ti preoccupare che non verrai più controllata. Ascoltami, faccio il mio lavoro. Ti dico che è come andare da Kunasi ad Accra, nessuno ti controllerà. Adesso sei all’interno dell’Europa e nessuno ti controllerà più". Così il funzionario dell’ufficio immigrazione del Ghana rassicurava una delle sue ‘clienti’ della buona riuscita del viaggio. Un viaggio ‘illegale’, possibile solo grazie ai documenti falsi forniti dal funzionario alla donna per la ‘modica’ cifra di 7mila euro. Un giro d’affari, teso all’immigrazione clandestina dal Ghana in Italia e poi verso il nord Europa scoperto dalla Squadra mobile e dalla Polaria. Che, al termine delle indagini, coordinate dai pm Marco Imperato e Roberto Ceroni, ha portato all’emissione di tre misure cautelari in carcere, firmate dal gip Alberto Ziroldi.

I destinatari sono il funzionario centrafricano, ancora libero, e due suoi connazionali, Isaac Sawson, 30 anni, residente ad Acerra, nel Napoletano; e Wisdom Kwabena Nti, 44 anni, residente a Modena. L’inchiesta ha preso le mosse da un arresto del 30 luglio 2019 all’aeroporto Marconi della Polaria: gli agenti avevano controllato una donna di 38 anni, Benedicta Osei Sarpomaa, arrivata dal Ghana con un volo con scalo a Casablanca. Con la donna c’erano due bimbe, di 9 e 10 anni: mentre il passaporto dell’adulta era regolare, quelli delle minori erano chiaramente contraffatti. Le piccole, ascoltate, avevano quindi riferito ai poliziotti che quella signora non era la loro mamma e che loro neppure erano sorelle. E che erano dirette in Germania, dai loro veri genitori. Le piccole erano state affidate ai servizi sociali, la donna arrestata.

Considerato che non si trattava del primo tentativo di arrivare in Italia da quel Paese con documenti falsi, la circostanza ha insospettito i poliziotti che hanno ampliato il raggio d’indagine, coinvolgendo la Squadra mobile. E gli investigatori sono riusciti così a intercettare il modus operandi del sodalizio. La testa era il funzionario in Ghana: era lui che falsificava i documenti rubati, apponendovi le foto dei ‘clienti’ e i visti falsi. I suoi sodali in Italia, invece, si occupavano della gestione dei viaggi verso la Germania e il Nord Europa e dei contatti con i parenti dei viaggiatori. Soltanto dal 30 luglio a dicembre sono stati otto i viaggi documentati, la maggior parte con arrivo al Marconi. Ma, quando i controlli allo scalo bolognese si erano fatti più stringenti, la banda ha cambiato aeroporti, optando per Malpensa, Torino e Venezia. Il boss, che teneva anche corsi di italiano - a 100 euro a lezione - dava anche istruzioni di emergenza: "Se qualcosa va male, chiedete subito asilo", diceva.

Nicoletta Tempera

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