Coronavirus Pierluigi Viale "Il sistema regge. Ora aspettiamo che i contagi calino"

Il punto con il direttore di Malattie infettive del Sant'Orsola

Pierluigi Viale, direttore di Malattie infettive al Policlinico

Pierluigi Viale, direttore di Malattie infettive al Policlinico

Bologna, 15 marzo 2020 - Per gestire l’emergenza Covid-19, gli ospedali hanno adottato una "organizzazione a vasi comunicanti, che parte dai due Pronto soccorso di Sant’Orsola e Maggiore". Lo spiega chiaramente il professor Pierluigi Viale, direttore di Malattie infettive al Policlinico.

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Professor Viale, come funziona l’iter? "Dal Pronto soccorso si indirizzano i pazienti sospetti verso un percorso protetto, che li guida a reparti ’polmone’ appositamente dedicati. Poi, i pazienti con tampone positivo che non hanno bisogno della Terapia intensiva vengono ricoverati nei reparti di Malattie infettive, che a oggi offre 30 posti letto, oppure nel reparto Covid al padiglione 5 del Sant’Orsola (40 posti letto) o ancora al Bellaria (30 posti letto disponibili, a oggi, ma aumenteranno). Si tratta di persone con infezione da Covid accertata, in condizioni tali da non poter tornare a casa, ma neppure da necessitare della ventilazione assistita".

E poi? "I pazienti vengono trattati con varie terapie sperimentali, alcune delle quali stanno dando risposte positive. Quelli che si aggravano, sono indirizzati alle terapie intensive o semi intensive del Sant’Orsola, se erano al Sant’Orsola, del Bellaria se invece erano al Maggiore, a seconda naturalmente delle disponibilità. Questi posti sono un’ottantina".

Invece chi guarisce? "Alla fine di questa ’filiera’ c’è il reparto Covid Discharge, al padiglione 1 del Sant’Orsola: qui stanno i pazienti stabilizzati, che teniamo d’occhio un paio di giorni, o clinicamente guariti che però non hanno posto a casa per restare isolati il tempo necessario affinché non siano più contagiosi".

Quanto ci vuole per non essere più contagiosi? "Due-tre settimane. Il tempo medio dell’infettività di un paziente malato è di 20 giorni, ma può variare dagli otto fino ai 37, rivelano studi cinesi. Si parla di malati clinici, con sindromi respiratorie severe. La malattia comunque non è rapida, per questo ci organizziamo valutando tempi di guarigione non brevi. È il motivo per cui ora il numero dei contagi è molto più alto rispetto al dato delle guarigioni. Matematicamente, ci aspettiamo che i casi aumenteranno ancora. Anche se c’è una nota positiva".

Quale? "Bologna si è blindata quando aveva meno di 100 casi. Se i cittadini risponderanno con il senso civico che da sempre li contraddistingue, se si chiuderanno in casa rinunciando anche alle passeggiate, la curva dell’andamento dei contagi migliorerà in fretta".

I dati degli ultimi giorni non erano confortanti... "Giovedì soprattutto è stata dura, abbiamo avuto decine di accessi. Il sistema però ha retto, anzi si è dimostrato molto efficiente. La sfida infatti non è solo salvare vite, ma anche riuscire a tenere in piedi il sistema dell’urgenza, Covid e non".

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