Covid Bologna, al Sant'Orsola antivirali come nuova arma anti virus

La direttrice generale Gibertoni: "Riducono i sintomi e accelerano la guarigione. Ma il vaccino va fatto"

Il dg del Sant'Orsola Chiara Gibertoni

Il dg del Sant'Orsola Chiara Gibertoni

Bologna, 23 agosto 2022 -  Dopo l’ondata di contagi che ha raggiunto il suo picco a luglio, mettendo ancora una volta in crisi la tenuta del sistema sanitario – con i reparti sovraccarichi di pazienti, benché per lo più non gravi, e i tantissimi operatori sanitari positivi, anche 200 contemporaneamente –, ora il Sant’Orsola guarda al futuro della lotta al Covid. Soprattutto ora che l’autunno alle porte.

Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico, come sta andando la gestione del virus? Qualcosa cambierà a ottobre? "Dopo il picco di luglio siamo in una fase di riduzione di presenza di pazienti Covid. Nei reparti Covid abbiamo 25 letti occupati su 35, poi 13 nelle bolle (le aree ricavate nei singoli reparti per isolare persone positive ricoverate per altre patologie, ndr ) . Per quanto riguarda il futuro, con Regione e Dipartimento farmaceutico abbiamo già discusso una nuova strategia: incentivare l’utilizzo dei farmaci antivirali, affiancati alla somministrazione delle quarte dosi di vaccino. È uno strumento che si è rivelato valido, ma va consolidato. Del resto, la molecola del farmaco ora più usato, il Paxlovid, è uscita ad aprile".

Possono prescriverlo i medici di famiglia? "Solo a pazienti con almeno un fattore di rischio di sviluppare una forma grave di Covid. Dato che ora il farmaco è disponibile in quantità adeguate, però, speriamo si possa ampliare la platea, magari agli operatori sanitari pur se senza fattori di rischio".

L’antivirale aiuta a guarire prima? "Permette di ridurre i sintomi e di negativizzarsi più in fretta, in pochissimi giorni. E i risultati sui pazienti fragili, nel nostro territorio, mostrano come i ricoveri si siano ridotti del 20%. Da aprile, in città ne abbiamo prescritti 620; se contiamo anche le altre molecole antivirali, siamo sui 6.700 trattamenti. È un’arma nuova e d efficace contro il virus, che in più non peserà sui bilanci della Regione, dato che il farmaco è messo a disposizione dalla Struttura commissariale".

Le bolle continueranno a esistere? "Lo strumento funziona ed è utile a evitare di riaprire i reparti Covid, in cui stiamo riconvertendo i 60-70 posti letto del picco della scorsa ondata. Non vorremmo tornare indietro".

E i futuri vaccini aggiornati sulla variante Omicron, potrebbero fare la differenza? "È sempre una rincorsa, ma comunque i vaccini, questi o quelli ora in somministrazione, si sono rivelati utili a ridurre le ospedalizzazioni. Ne vale sempre la pena".

Per quanto riguarda le visite di esterni ai degenti, cambierà qualcosa? "Stiamo seguendo le indicazioni di Regione e Ministero. Garantiamo sempre la presenza dei parenti a chi è in fine di vita e in generale permettiamo a una persona indicata e regolarmente immunizzata di fare visita al proprio caro ricoverato. Ma da noi ci sono molti pazienti gravemente immunodepressi o trapiantati: in questi casi, così come in reparti in cui ci sia stato un cluster o con tanti pazienti isolati nelle bolle, dobbiamo adottare regole . La richiesta però è che i primari ne condividano bene i motivi con i visitatori".

Al pronto soccorso, come va? "Da Ferragosto in poi, con caldo e contagi un po’ placati, siamo rientrati in standard di lavoro più ’umani’. Entro settembre poi contiamo di partire con gli ambulatori dedicati ai codici di minore gravità, i lavori sono già in corso. Ci sarà un confronto stretto con l’Ausl per mettere a punto i percorsi in maniera omogenea, anche per agevolare il lavoro dei medici di continuità assistenziale (la guardia medica, per intenderci) che li gestiranno".

Riuscirete a smaltire le liste d’attesa per gli interventi chirurgici? "A luglio abbiamo avuto momenti di difficoltà, ma salvo nuove ondate di contagi particolarmente violente confidiamo di rispettare gli obiettivi dati dalla Regione, a fine anno. È una finalità che va centrata, una necessità".

Come procedono i lavori in corso al Policlinico? "È arrivato l’ok al finanziamento di 67 milioni per la Torre delle Medicine, da Regione e governo: confidiamo di avviare la progettazione in autunno, di demolire entro fine anno il magazzino e cominciare la costruzione del nuovo maxi padiglione entro la fine del 2023. Proseguono poi le ristrutturazioni dell’Ala B, per riaccogliere l’Ortopedia tuttora a Villa Torri, e del reparto di Maternità. Sperando che l’aumento dei costi e la difficoltà nel reperimento delle materie prime non siano troppo d’ostacolo".

Infine, novità per l’Irccs? "È stata nominata la commissione e ci auguriamo che a settembre o al massimo entro la prima quindicina di ottobre il Ministero nomini il direttore scientifico. Ce n’è bisogno, per realizzare appieno le attività dell’Irccs".

 

 

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