Covid Bologna, contagiata in Sardegna. 14 in isolamento

Coinvolta una comitiva di ragazze. Nel fine settimana 17 nuovi casi: due persone rientrate dall’isola croata di Pag, una da Malta

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Bologna, 17 agosto 2020 - Diciassette nuovi casi nel lungo fine settimana di Ferragosto, una parte dei quali di rientro dall’estero. Non si fermano dunque i contagi in vacanza e, fra questi, c’è anche quello di una ragazza bolognese che ha preso il virus in Sardegna. Così lei è finita in quarantena, mentre le 14 amiche della comitiva ora sono in isolamento.

Compresa una giovane di Medicina, che però ha avuto qualche problema in più nei rapporti con l’Ausl di competenza, cioè quella di Imola. "Siamo stati ignorati per tre giorni dall’Azienda sanitaria - racconta il padre - mentre le altre ragazze sono state contattate dall’Ausl di Bologna". Ieri il padre ha scritto al Carlino che ha contattato l’Ausl imolese e, nel giro di poche ore, l’Ausl ha chiamato la ragazza, scusandosi e dando avvio alle consuete procedure.

Covid, l'ultimo bollettino dell'Emilia Romagna Intanto , dal bollettino della Regione, risulta che in provincia di Bologna sono stati scoperti altri 7 nuovi casi. "Tra gli asintomatici – precisa Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl – abbiamo tre casi di rientri dall’estero, due dall’isola di Pag, in Croazia, e appartengono a un focolaio già noto, mentre un’altra persona proviene da Malta. Dal contact tracing risulta positivo, infine, un familiare di un caso già noto. Tra i tre sintomatici, invece, c’è un caso arrivato dal Friuli Venezia Giulia e due cosiddetti sporadici. E non registriamo alcun ricovero". Il giorno precedente, dieci nuovi casi, tra cui sette persone poste in isolamento domiciliare e due ricoverate, ma non in terapia intensiva. Pandolfi continua a lavorare anche per iniziare l’attività dei tamponi in aeroporto, oltre che in via Boldrini: "In settimana cercheremo di avviare la sperimentazione e punteremo su un giorno in cui ci saranno molti arrivi dalla Spagna", ipotizza.

Su questo fronte entra in campo anche la Medicina del lavoro: "Per agevolare i colleghi della Sanità pubblica, gli operatori sanitari che rientrano dall’estero potranno usufruire anche di un altro percorso – precisa il professor Francesco Saverio Violante, direttore della Medicina del lavoro interaziendale –. Potranno scrivere alle caselle dedicate al Coronavirus al Sant’Orsola, all’Ausl e al Rizzoli. Poi noi programmeremo il tampone e li chiameremo. Siamo già operativi". Violante , infine, traccia un bilancio dei risultati dei precedenti screening: "Complessivamente, su 20mila dipendenti, abbiamo riscontrato una positività inferiore al 5% con i test sierologici e di circa 750 soggetti positivi al tampone. Inoltre, sono settimane che non registriamo alcun positivo tra gli operatori sanitari. Certo, il virus circola ancora, ma in questo periodo stiamo assistendo alla maggior parte di contagi tra i giovani che non rispettano le precauzioni. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: mascherine, distanziamento e igienizzazione delle mani". red. cro.

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