Incidente mortale alla Verna, chi era Crescenzo Di Donato / FOTO

Si definiva “motociclista di professione, medico per passione”. Il collega e amico di una vita: per me era come un fratello

Crescenzo Di Donato

Crescenzo Di Donato

Bologna, 22 luglio 2018 – «Sono motociclista di professione, medico per passione». Così si descriveva, con l’ironia che lo contraddistingueva,  Crescenzo Di Donato. Dermatologo, direttore didattico della scuola di Medicina e Chirurgia Estetica Cpma Valet, Di Donato, Dido per gli amici, 61 anni, abruzzese d’origine, ma bolognese ormai da una vita, se ne è andato ieri mattina, mentre, su una strada dell’Aretino, faceva la cosa che amava di più: volteggiava tra le colline in sella alla sua moto  (FOTO). Mercoledì è prevista l’autopsia per stabilire le cause esatte della morte. Una tragedia che ha stravolto una famiglia, lasciando nello strazio la compagna, il figlio diciottenne Filippo e tutti quelli che gli volevano bene.

«Crescenzo era partito per le vacanze venerdì – racconta l’amico e collega Daniele Morini –, stava andando all’isola d’Elba. Era in moto in compagnia di un gruppo di amici. È stata la compagna a informarmi di quello che è accaduto. Per me era come un fratello, lui c’era sempre per me, come io per lui... ci conoscevamo da 35 anni ormai». E, da venti, lavoravano assieme al Centro Postuniversitario della Medicina Ambulatoriale. Oltre all’attività didattica, Di Donato riceveva i suoi pazienti negli ambulatori di via Lame e Vicenza.

La scena dell'incidente
La scena dell'incidente

«Era un grande professionista, esperto, scrupoloso, ma anche ironico e sempre disponibile», racconta l’amico giornalista Marco Montanari che lo aveva sentito proprio venerdì per un consiglio specialistico. E che, dopo aver appreso della tragedia, lo ha ricordato con un lungo post su Facebook: «Penso alla tua arguzia, alla tua ironia, alla tua disponibilità e vedo intorno a me un sacco di gente che sostiene di non avere tempo. Spiegaglielo tu, Dido, che cosa significa davvero non avere il tempo neanche per controllare la bruciatura della figlia di un amico...».

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