REDAZIONE BOLOGNA

Cronaca nera: l’evoluzione dei racconti

Dal quattordicesimo secolo ai giorni nostri: le storie dei delitti e dei malviventi riportate sui muri e poi sui mezzi della stampa

Cronaca nera: l’evoluzione dei racconti

Negli ultimi tempi la cronaca nera, attento e spesso eccessivo resoconto di fatti tragici fatto dai media, restituisce storie drammatiche e immagini che mai avremmo pensato di commentare.

L’attenzione della gente per i fatti di cronaca nera, però, affonda le radici in tempi decisamente meno recenti di questi: il male è un argomento che attrae da sempre l’essere umano, proprio per la sua natura oscura e malvagia come una specie di insegnamento che l’uomo cerca di darsi nel voler conoscere i fatti più tragici al fine di ricordarsi di non cedere al male.

I primi accenni di cronaca nera si hanno già nel quattordicesimo secolo, prima dell’avvento della stampa: nelle città iniziavano a comparire, dipinti sui muri, ritratti di assassini e malviventi, spesso accompagnati a versi, che venivano chiamati “lamenti”, nei quali il criminale ritratto dichiarava le sue colpe e ammoniva la gente a non seguire il proprio esempio, per evitare una simile sorte.

Ma è con l’avvento della stampa e con lo sviluppo dei commerci dal Seicento in poi che le notizie iniziano a circolare sempre più velocemente, modificando, secolo dopo secolo, il modo di raccontare i fatti: la cronaca nera vista prima come semplice resoconto di fatti tragici, poi considerata come monito per le coscienze, e dopo ancora ritenuta come comunicazione efficace di eventi e fatti dolorosi, diventa ai giorni nostri un mezzo per trattare e per raccontare argomenti sociali.

La cronaca nera oggi è, infatti, quel ramo del giornalismo che racconta omicidi, rapine e varie altre tipologie di crimini che turbano la regolare convivenza civile, concentrandosi sempre più sugli aspetti violenti e tragici dei fatti e della natura umana malvagia di chi li compie, per mettere in luce e per cercare di analizzare i problemi della società.

Quello che da sempre caratterizza la cronaca nera sono le immagini: con le fotografie, ma nel nostro tempo anche con i filmati, data la diffusione delle videocamere di sorveglianza di cui sono disseminati, oramai, tutti gli angoli delle nostre città, le immagini di delitti assumono un grande valore nel dare ’dignità’ a tutte le storie raccontate.

La frase "se non c’è sangue non c’è notizia", purtroppo, riassume questo senso di verità che la gente riesce a dare a una storia di cronaca nera soltanto quanto più è violenta. E trova le sue motivazioni nel fatto che, oramai, è la morbosità a guidare le menti delle persone nel valutare la notizia prima ancora che conoscere il fatto stesso.

Gli studenti e le studentesse della classe 3E dell’istituto Salesiani:

Lucrezia Lanza, Giacomo Pinza, Matteo Masetti, Eric Spadoni, Leonardo Zani, Laura Ferrari, Edoardo Tonelli