ANDREA
Cronaca

Diritti e libertà, non si deve tornare indietro

Bologna è al secondo posto in Italia per numero di denunce per violenze sessuali. Per affrontare questo problema è necessario un cambiamento: non solo arresti, ma anche rieducazione e prevenzione. Per garantire una città libera e sicura per tutte le donne, servono organizzazione, solidarietà e collaborazione.

Zanchi

Denunciare, denunciare, denunciare. E rieducare. Perché questo non è solo un problema di ordine pubblico e non si può affrontare solo con arresti, codici rossi e ammonimenti delle forze dell’ordine. I dati che collocano Bologna al secondo posto in Italia per numero di denunce per violenze sessuali sono uno squarcio sulla realtà che non abbiamo voluto vedere. O che abbiamo finto di non conoscere. Anche in una città come la nostra – dove c’è una lunga storia di indipendenza e di emancipazione femminile – il rischio di riportare indietro le lancette della storia esiste e non va sottovalutato. Lo dicono i numeri, e lo dicono anche i casi di cronaca di cui abbiamo scritto in questi giorni: ci sono ancora troppe donne che pagano un prezzo alto, altissimo per il solo fatto di girare da sole la notte in centro. O per avere al loro fianco un compagno o un marito sbagliati. Un prezzo che pagano senza alcuna colpa, se non quella di essere, o voler essere, libere.

Allora, nella città che si fa vanto di aver un passato e un presente di grande indipendenza ed emancipazione femminili, è ora che qualcosa si muova. Qualcosa di più di quello che è stato fatto fin qui, per quanto importantissimo e prezioso. C’è un tema di ordine pubblico, sottolineato da un lato dai fatti di cronaca più eclatanti e dall’altro dall’esplosione di denunce e reati di genere, nonché di misure di prevenzione e sanzione adottate dalle forze dell’ordine. E poi c’è un tema di educazione sociale e familiare, come testimoniano le notizie quasi quotidiane di violenze domestiche. Bologna è una città che ha sempre reagito alle ingiustizie, alle violenze e ai soprusi. Ora è chiamata a farlo, con ancora più forza di prima, per garantire una città libera e sicura per tutte le donne. Usando le armi che sempre hanno fatto la differenza, a queste latitudini: organizzazione, solidarietà e collaborazione.