"Dopo il Covid, ripartiamo dal polo delle fiere"

Calzolari, presidente di BolognaFiere: "Bologna e Rimini d’accordo, sarà il mandato del prossimo cda. Bene Cassa depositi e prestiti"

Il 2020 per le fiere è un anno da dimenticare. Ma, Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, vede nell’aggregazione la risposta al periodo post-Covid.

Il polo regionale delle fiere (Bologna, Rimini e Parma) diventerà realtà?

"Il cda che il mese prossimo verrà rinnovato avrà mandato esplicito a lavorare su questa ipotesi. Ipotesi che considero ragionevole. Alla batosta che noi e il Paese abbiamo preso, dobbiamo reagire con delle sinergie. I sindaci di Bologna e Rimini, Merola e Gnassi, hanno già dato risposte positive in merito, quindi direi che è la strada da seguire nelle prossime settimane".

Per il rilancio servono risorse. L’intervento di Cassa depositi e prestiti deciso ieri dopo un incontro tra lei, il governatore Bonaccini e il ministro Gualtieri, come si articolerà?

"Intanto è importante che per la prima volta in questi mesi di emergenza Covid siamo riusciti ad avere un incontro con il governo. Chiedevamo da tempo un tavolo e oggi – anche con Lombardia e Veneto – ci siamo riusciti. Visti i numeri pesanti per le nostre fiere è un passo avanti importante. Su Cdp ne sapremo di più nelle prossime settimane".

Sì, ma quale tipo di aiuto si prevede da Cdp?

"Credo che come priorità abbia la possibilità d’intervenire nell’equity (mercato azionario) delle varie realtà produttive del Paese. Poi, certo, noi come sistema delle fiere abbiamo un problema di cassa importante con cali dal 65 all’80 per cento del fatturato. Bisogna, quindi, capire, la disponibilità di ristoro per fronteggiare questa situazione. Nelle prossime settimane metteremo in campo un po’ di idee e ci saranno altri incontri istituzionali. Quello che conta è che sia stato dimostrato, anche con il patto del made in Italy siglato lunedì – quanto le fiere siano strategiche e non siano diverse da altre imprese del Paese".

A differenze delle altre imprese, però, non c’è ancora una data di riapertura...

"Organizzare una fiera o un congresso richiede tempi lunghi, abbiamo bisogno di sapere una data per rendere gli stand agibili, per mettere in campo le misure di sicurezza, i protocolli che le fiere hanno già e a cui si atterranno. Il ministro Gualtieri nell’incontro di ieri con Bonaccini e i rappresentanti delle fiere di Emilia, Veneto e Lombardia ci ha assicurato che a giorni avremo una risposta".

Sana, Saie e Cersaie si faranno?

"Il Cersaie è a novembre quindi direi proprio di sì. Ma credo che potremmo ricominciare anche col Sana e il Saie, in programma a settembre e ottobre".

Come sarà la fiera post-Covid?

"Le fiere vanno fatte in presenza, in un luogo fisico, ma credo che si utilizzerà anche l’online. In più molti incontri verranno pianificati e, per evitare affollamenti, gli ingressi saranno meno occasionali e più mirati. Seguiremo una modalità ‘mista’, un po’ come sta succedendo nelle nostre aziende".

Prospettive per il 2020?

"Abbiamo chiuso il 2019 con 195 milioni di fatturato e 210 milioni di budget. Nel 2020 credo che ne faremo un quarto. Ma consideriamo quest’anno una parentesi, quindi auspico che BolognaFiere e le fiere in generale, possano essere il volano per la ripresa dell’economia come successo nel 2008".

Il restyling del padiglione 32, quindi, andrà avanti lo stesso?

"Stiamo ripensando gli spazi in virtù delle nuova esigenze delle persone e sul padiglione 37 c’è già una pianificazione. L’ulteriore passaggio sarà reinserire l’investimento nel piano finanziario, magari, vista la situazione, confermandolo con degli aggiustamenti".

A fine giugno verrà rinnovato il cda. È pronto per il bis?

"Non spetta a me dirlo. Valuteranno i soci".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro