Droga ’ordinata’ tramite app, in 17 davanti al giudice

Proprio come per ordinare la pizza, così facevano con l’hashish: un messaggino che poi si poteva auto-cancellare su un’app e la droga era servita. Oppure bastava la vecchia telefonata tra amici. La consegna avveniva in punti concordati, meglio se comodi a uno dei "depositi", appartamenti o garage in cui alcuni degli imputati conservavano lo stupefacente, o all’occorrenza direttamente a domicilio. Un caso finito ieri davanti al gup Roberta Dioguardi chiamata a decidere il destino giudiziario di 17 ragazzi insospettabili, quasi tutti bolognesi (difesi tra gli altri dagli avvocati Marco Sciascio, Matteo Murgo e Robert Venturi). Alcuni di loro hanno annunciato la volontà di farsi processare con il rito abbreviato, altri tenteranno di patteggiare, decisioni che verranno prese in occasione della prossima udienza fissata per il 10 ottobre. I lavori di ieri, infatti, sono stati immediatamente rinviati per un problema legato ad alcune notifiche. Tutti devono rispondere di spaccio. Il più anziano oggi ha 30 anni, il più giovane 22; all’epoca dei fatti contestati, risalenti ai primi mesi del 2018, alcuni erano appena maggiorenni, così come i loro clienti.

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