Droga a Bologna, stretta sullo spaccio in strada

Dopo l’inchiesta del Carlino, i partiti si schierano: "Servono più controlli anti-pusher e interventi culturali"

Spaccio di droga a Bologna: la nostra inchiesta

Spaccio di droga a Bologna: la nostra inchiesta

Bologna, 25 ottobre 2021 - Investimenti sulla genitorialità, una massiccia campagna culturale, politiche di riduzione del danno e anche un monitoraggio attraverso l’occhio attento del ‘sindaco della notte’, con test sulle droghe che le persone intendono consumare. Sono alcune degli approcci che il centrosinistra propone, per contrastare lo spaccio ormai dilagante in città. La videoinchiesta del Carlino Bologna ha riacceso i riflettori su un fenomeno in piena crescita, anche in centro.

Spaccio di droga a Bologna: la nostra inchiesta
Spaccio di droga a Bologna: la nostra inchiesta

"Trent’anni fa io ero lì, al Navile, assieme al prefetto e al questore, quando si fece una grossa operazione nell’ex area del mercato ortofrutticolo – spiega Claudio Mazzanti (Pd), già assessore alla Mobilità, ora rieletto in Consiglio comunale –. Diedi una mano e arrivando a casa, mi arrivò una telefonata di notte e mi dissero che sapevano come si chiamava mia figlia e che avrei fatto bene a farmi gli affari miei. Avvisai la Questura, e mi dissero di stare attento e di avvisare ai miei spostamenti. Poi durante un’assemblea l’allora comandante dei carabinieri disse: ‘Facciamo tutto quello che possiamo, ma voi perché ci chiamate? Perché spacciavano sotto casa vostra. Ma scommetto che se il giro fosse stato riservato, nelle case, voi non ci avreste chiamato’. Questo per dire – precisa Mazzanti – che siamo davanti a un problema di ordine pubblico che va contrastato sempre con ogni mezzo, ma qui siamo davanti soprattutto a un problema sociale e culturale: serve una campagna fortissima culturale e di sensibilizzazione".  

Vincenzo Naldi, per quindici anni presidente prima del Quartiere Borgo Panigale poi del Borgo-Reno, ora eletto in Consiglio comunale nelle fila del Pd, suggerisce una riflessione anche alla luce del post pandemia. "Il lavoro delle forze dell’ordine è enorme, ci sono molte cose che i cittadini, legittimamente arrabbiati, non vedono – sottolinea Naldi –. Ma bisogna fare di più sulla prevenzione. Il Comune ha ben chiara la situazione, bisogna lavorare sui genitori, il sistema va affrontato un po’ ‘dall’alto’: i nostri ragazzi con la pandemia vivono un’adolescenza complessa, il consumo di sostanze è aumentato, c’è aumento sia della domanda sia dell’offerta, bisogna lavorare con professionisti, nelle scuole, e tornare sul punto degli accessi ai consultori e sull’educativa di strada. Tutto questo deve essere una delle prerogative dell’avvio di mandato, secondo me".

In maggioranza a Palazzo con il Pd c’è Coalizione civica, coraggiosa, ecologista e solidale, che ribadisce i suoi punti fondamentali."Siamo consapevoli che in città c’è una forte presenza di droghe nelle strade, in particolare quelle pesanti – spiega Detjon Begaj, consigliere comunale –. Noi siamo per la legalizzazione della canapa e la depenalizzazione di tutte le droghe non a caso abbiamo sostenuto la campagna nazionale ‘Meglio Legale’". Poi la lotta al narcotraffico.

"Anche qui ci sono le mafie e occorre dotarsi di strumenti di monitoraggio delle infiltrazioni, come chiede Libera. Poi, per le politiche di riduzione del danno siamo per potenziare l’Unità di Strada. Il Comune ha il budget per implementare il servizio e assumere personale e aprire dei servizi e luoghi di drop per un consumo sicuro, consapevole dove si può trovare anche la possibilità di chiedere aiuto. Inoltre – continua Begaj – attraverso la delega del ‘sindaco della notte’, come si fa in altre città europee, vogliamo che possano essere fatti dei test sulle droghe che le persone intendono consumare. Dobbiamo infine chiederci il motivo per cui a volte troviamo richiedenti asilo sfruttati come bestie all’Interporto o per strada a spacciare. Le politiche d’accoglienza devono anche essere accompagnate da strumenti di emancipazione e integrazione, tutela della salute e della sicurezza personale".

"La droga dilaga, serve inasprire le pene"

"L’assenza di un assessorato alla Sicurezza è devastante, e dimostra come il fenomeno dello spaccio per il Comune non sia un problema". Le opposizioni attaccano Palazzo d’Accursio dopo che la videoinchiesta del Carlino ha rimesso al centro il tema degli ingenti quantitativi di droga che circolano in città, in periferia e in centro.

In particolare Galeazzo Bignami, parlamentare di Fratelli d’Italia, tiene a rilanciare le iniziative legislative su cui punta il suo partito. "Mi piacerebbe dire che l’inchiesta mi abbia stupito, ma purtroppo quelli sono fenomeni che esistono da molti anni – sottolinea Bignami –. Mi sorprendono invece i numeri che riferisce il dirigente della Mobile, dimostrando che un’azione di contrasto c’è. Il problema sta quindi nella legislazione e nella collaborazione di tutte le istituzioni: se il Comune rinuncia a istituire un presidio di sicurezza come un assessorato (la delega alla ‘Sicurezza integrata’ è stata assegnata a Matilde Madrid, Capo di gabinetto del Comune), siamo praticamente a metà strada tra la connivenza e la bandiera bianca. Via Boldrini, i giardini Graziella Favia, il Pincio, le poste in Montagnola, il problema continua a spostarsi. Serve dunque una risposta legislativa, e fa piacere leggere le parole del procuratore Amato, che stanno nel solco delle proposte che FdI ha presentato in Parlamento – continua –. Sia per l’introduzione dello spaccio in strada, sia per andare a rivedere le norme sul consumo personale. Bisogna inasprire sia sul versante della domanda, sia sul versante dell’offerta. La sanzione che arriva è ritenuta sostenibile dal malavitoso. E se tu consenti lecito, mediante l’uso personale, l’utilizzo della droga hai già ceduto".

Chiede risposte anche all’Alma Mater invece Francesca Scarano, che verrà riconfermata come capogruppo della Lega in Consiglio comunale. "Pesante, cruda, ma terribilmente reale la videoinchiesta del Carlino – argomenta Scarano –. Cosí come l’ennesimo appello di un rappresentante delle forze dell’ordine sulle pene assenti verso gli spacciatori, che vanificano e mortificano l’operato di chi tanto fa nel quotidiano per contrastare un fenomeno in crescita, ormai impunito. Una buona amministrazione – continua – deve incentivare i progetti di prevenzione all’interno delle scuole sensibilizzando sul pericolo delle dipendenze. Deve altresì lavorare di concerto con l’università perché ciò che sta succedendo nelle zone universitarie mina fortemente l’immagine ed il prestigio della più antica università del mondo occidentale".

Molto critico anche Fabio Battistini. "L’ho ripetuto in campagna elettorale, non credo nelle militarizzazioni sul territorio – spiega il leader di ‘Bologna ci piace’ –. C’è piuttosto un tema di educazione culturale, il focus è nazionale. Colpisce però a Bologna che la delega alle Politiche giovanile sia stata affidata al consigliere Mattia Santori, propugnatore della legalizzazione della cannabis. L’amministrazione è quindi chiamata ad avere le idee di chiare, e servirebbe un’organizzazione più articolata, che verta su un assessorato, inspiegabilmente assente – aggiunge Battistini –, un’organizzazione dove entrano, per dirne due, anche le scuole e le agenzie educative. Come opposizione terremo altissima la guardia e incalzeremo la giunta".

Anche Forza Italia non digerisce l’assenza di un assessorato alla Sicurezza. "Bisogna prevenire, penso anche ai vigili di quartiere, per non parlare di quelle attività soft di intelligence – sottolinea Nicola Stanzani, consigliere comunale di Forza Italia – che sono sempre servite e vanno integrate con il lavoro delle forze di polizia. Non diamo certo colpe al sindaco sull’esistenza dello spaccio in crescita in città, ma siamo stufi di sentirci dire che questi problemi sono irrisolvibili, si continua a non voler parlare di sicurezza e degrado. Siamo stufi anche di sentirci dire che la situazione di piazza Verdi non può essere risolta: se continui a non far nulla sicuramente non si risolverà mai nulla. Bisogna collaborare tutti – incalza Stanzani –. L’area Pam al Savena pareva irrisolvibile per il degrado, e invece si è risolta senza spendere soldi pubblici".  

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