Due agosto, l’ultima carta di Cavallini. L’ex Nar ricorre in Cassazione

I legali chiedono di annullare la condanna all’ergastolo: "È innocente" .

Due agosto, l’ultima carta di Cavallini. L’ex Nar ricorre in Cassazione

Due agosto, l’ultima carta di Cavallini. L’ex Nar ricorre in Cassazione

Il processo per la strage del 2 agosto 1980 a carico di Gilberto Cavallini arriva in Cassazione. L’ex Nar è stato condannato in primo grado e in appello all’ergastolo per concorso nell’attentato alla stazione che causò 85 morti e oltre 200 feriti. Nel ricorso presentato nei giorni scorsi dai legali Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini (i due avvocati hanno assunto nuovamente la difesa di Cavallini dopo che avevano rinunciato al mandato durante il processo d’appello) si chiede l’annullamento della sentenza del 27 settembre scorso emessa dalla Corte d’Appello presieduta dal giudice Orazio Pescatore. Nelle 114 pagine di ricorso, sono cinque i punti su cui i legali insistono: in primo luogo chiedono di annullare "l’impugnata sentenza e l’ordinanza istruttoria del 31 maggio sicché in sede di rinvio possa darsi corso all’esclusione delle parti civili dal processo e all’espunzione del materiale istruttorio dalle stesse introdotto".

Un altro motivo riguarda "l’acquisizione delle dichiarazioni rese in passato e in altri processi, nei quali Cavallini non era parte, da soggetti che ora, deceduti o irreperibili, non possono più essere esaminati dalla difesa". Per questo motivo, le dichiarazioni devono essere ritenute "inutilizzabili". Il terzo punto su cui si basa il ricorso è quello con cui viene contestata la violazione, nella sentenza di appello, della regola processuale del ‘ne bis in idem’. Secondo Bordoni e Pellegrini "la condotta criminosa ascritta in questo processo a Cavallini è stata già vagliata e giudicata nel corso del processo in cui vennero condannati per strage Valerio Fioravanti e Francesca Mambro", procedimento nel quale "l’odierno imputato rispondeva del reato di banda armata". Viene poi contestata la "mancata assunzione di prove decisive", come la testimonianza di Carlos e l’acquisizione di una serie di documenti che, secondo i difensori, potrebbero validare la cosiddetta ‘pista palestinese’. Da qui la richiesta "in subordine" di "annullare la sentenza impugnata con rinvio perché, previa ammissione delle prove richieste e non ammesse in primo grado e in appello Cavallini possa essere mandato assolto" dai reati contestati "per non averli commessi".

Chiara Caravelli

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