Ci saranno proprio tutti: il prete di campagna e il tassista di città, fenomeni da ber e da circo, i santi e le ’redzore’. È Stefano Bicocchi, in arte Vito, a portarli sul palco de Le luci della città - Spazio alla cultura con Enel, in piazza San Francesco all’interno della rassegna promossa da Enel e curata da Cronopios. Lo spettacolo, stasera alle 19.15 dal titolo Due Torri e una lasagna. Storie petroniane di ieri, oggi e domani, è una raccolta di storici sketch del comico bolognese con testi, tra gli altri, di Francesco Freyrie e Maurizio Garuti. Per rimanere in tema con la rassegna, Vito tratteggerà luci "ma anche ombre – sorride – dei bolognesi" davanti a uno pubblico, quello della sua città, "molto speciale, che mi ha visto nascere e, per questo, mi riserva sempre tantissimo affetto".
Vito, nello spettacolo si interroga sul senso della bolognesità e sulla sua persistenza. Esistono ancora le figure che racconta? Forse si sono evolute?
"Purtroppo no, non esistono più. E questo – devo dire – mi fa un po’ di tristezza, perché erano il cuore pulsante della città. Scoprirete venendo a vedere lo spettacolo chi erano i ’veri’ bolognesi e, nel giorno di San Petronio, sarà proprio il santo a raccontarlo".
Con un gruppo di giovani artisti nel 1982 inaugurò il circolo Arci Cesare Pavese. C’erano Patrizio Roversi, Syusy Blady, Eraldo Turra e Luciano Manzalini (poi divenuti i Gemelli Ruggeri), Olga Durano, Freak Antoni. Come ricorda quel periodo?
"Erano momenti molto creativi per Bologna, un periodo fantastico. Con un po’ di nostalgia rimpiango quei tempi".
Cos’è cambiato?
"La città si è adeguata alle grandi città italiane e europee, ma non è un male, è solo ’diversa’".
In che modo la storia della città incrocerà quella dei suoi personaggi stasera?
"Attraverso tutti gli eventi di rilievo nella storia di Bologna: il tram (quello del 1880), la costruzione della stazione nuova attraverso un monologo di Freyrie. Nel 2013, quando fu realizzata, il presidente della Regione era Vasco Errani, ci sarà anche lui nello spettacolo. Poi ci saranno i tanti personaggi da bar e il ricordo di come si stava bene senza telefoni...".