E Cathy lancia la Gualmini "Profilo ideale per la città"

L’avvocata dei diritti: "Bologna è anche donna e serve lo spessore internazionale. Lei ha l’esperienza sul campo per affrontare le fragilità emerse con l’epoca Covid"

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di Paolo Rosato

Quanto pesa il ruolo delle donne nella politica?

"Quello che mi stupisce di Bologna è che ci sia ancora questo dibattito su un sindaco donna sì o un sindaco donna no – spiega Cathy La Torre, avvocata, attivista per i diritti e fondatrice di ’Odiare ti costa’, che in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne si connette alla corsa verso le Comunali 2021 –. Un dibattito surreale. Roma, Torino, Milano, Napoli: nessuna delle grandi città italiane si è mai posta questo problema".

E come deve essere allora il sindaco di Bologna?

"Deve essere un buon sindaco. Il suo genere conta nella misura in cui, a Bologna, manca che le cose effettivamente vengano guardate con gli occhi di una donna".

Un aspetto fondamentale, per lei, in questo momento di piena pandemia e in prospettiva?

"Tutti gli indicatori ci dicono che le persone più colpite dal Covid sono stati anziani, bambini e giovani. E anche naturalmente le donne, che con le altre categorie citate hanno una prossimità particolare. Per cui penso che il prossimo sindaco o sindaca di Bologna debba avere un’esperienza sul campo concreta con queste fasce più deboli. Assieme a una grandissima autorevolezza".

Autorevolezza nazionale?

"Certo, e aggiungo possibilmente anche internazionale".

Tra i nomi in campo ora per le Comunali 2021, sembra che lei stia tratteggiando il profilo di Elisabetta Gualmini.

"Certamente è il profilo per il prossimo sindaco che mi piacerebbe vedere a Bologna. E io che sono una donna dico che queste caratteristiche non le ho. Ho lavorato sempre con i dimenticati tra i dimenticati, ma non sono stata vicepresidente della Regione, assessore al Welfare ed europarlamentare. Il profilo della Gualmini è di enorme autorevolezza nazionale e internazionale. Questa cosa farebbe bene alla città".

Spera quindi che il Pd trovi una quadra unitaria su di lei?

"Non entro a gamba tesa sul loro percorso. Spero solo che il Pd, quando pensa alle soluzioni da trovare , rifletta anche sul fatto che Bologna oggi necessita di persone in grado di amministrare questa città avendo cura delle fragilità che stiamo attraversando. Figure però che abbiano anche una voce nazionale e internazionale, molto riconosciuta. Più che su nomi localistici, bisogna concentrarsi su nomi di ampio respiro, per avere più forza ai tavoli che contano".

Le consultazioni Pd sono finite, le primarie restano una possibilità. Per lei, in quel caso, Elisabetta Gualmini dovrebbe partecipare?

"Non so cosa farà la Gualmini, bisogna chiedere a lei. Mi sembra però che siano ormai tramontate le primarie di coalizione. E non solo per i problemi interni al Pd, sempre gli stessi, si scannano tra correnti, cose che non interessano a nessuno. E poi pensare che due o tre uomini si mettano d’accordo sulle sorti della città mi fa orrore. Una battaglia tutta tra uomini, Lepore, Lombardo, Aitini, De Maria. Vorrei che si uscisse fuori da questo pantano e che ci si concentrasse sulle attitudini, su chi sia in grado di lavorare sull’emergenza. In ogni caso non sono del Pd, ma avrei votato a una primaria di coalizione".

Se ci saranno non voterà?

"Non sono sicura che andrei a votare alle loro primarie. Lo farei, questo sì, se ci fosse una donna candidata. E non perché una donna è ’meglio’. Ma perché i temi e le battaglie da affrontare in quest’epoca hanno bisogno di una prospettiva di genere. Ambiti di cui noi donne abbiamo più conoscenza. Ne abbiamo avuto conoscenza perché ci gravate come società dei lavori di cura? Gravateci anche dell’onore di amministrare in tempo di difficoltà".

Lei si era resa disponibile per le primarie di coalizione. Oggi si sfila completamente?

"Non ci saranno perché non c’è una coalizione. Al Pd dico di stare attento e di darsi una mossa: incistarsi su inutili discussioni interne potrebbe non far nascere una coalizione. Io? Darò una mano, vedremo in che forma".

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