Enoteca perno dell’economia circolare

La struttura dozzese coordinerà un progetto industriale che mira a rendere sostenibile il comparto vitivinicolo della regione

Legàmi di Vite è il nome dell’importante contratto di sviluppo green, nel comparto vitivinicolo dell’Emilia-Romagna, che prevede interventi per oltre 115 milioni di euro di cui 81 milioni sul versante ambientale.

Il progetto, coordinato da Enoteca Regionale che ha sede presso la rocca di Dozza, è stato presentato al Ministero dello Sviluppo Economico tramite Invitalia. Ne fanno parte le più importanti realtà regionali cooperative, rappresentative di 12mila imprese agricole socie. Un totale di 470mila tonnellate di uva lavorata, pari al 61 % della produzione dell’Emilia-Romagna, e di 3 milioni e 400mila ettolitri di vino imbottigliato all’anno.

Numeri importanti anche sotto il punto di vista occupazionale, con ben 1.232.000 giornatelavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine. Le aziende aderenti al progetto sono Caviro Extra, Caviro, Agrintesa, Cantina Forlì Predappio, Cantina di Carpi e Sorbara, Terre Cevico, Le Romagnole, Medici Ermete, Cantine Riunite & Civ, Enomondo.

Obiettivo del contratto è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. Un nuovo modello virtuoso di integrazione e aggregazione per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale, ottenuto con il supporto dalla Regione Emilia-Romagna con gli assessorati allo Sviluppo economico e green economy e all’Agricoltura e agroalimentare ed Art-Er.

"Un intervento straordinario che dimostra l’impegno e la volontà della filiera vitivinicola dell’Emilia-Romagna di essere protagonista consapevole del futuro – spiega il presidente di Enoteca Regionale, Giordano Zinzani –. Non soltanto un attivismo nel settore ma, più in generale, all’interno di un’economia sempre più circolare e rispettosa dell’ambiente".

E ancora: "Una quota importante dell’investimento servirà anche per proiettare le aziende regionali verso un’industria 4.0, digitalizzata e con un alto grado di innovazione tecnologica – continua il presidente dalla sede dozzese della nota realtà settoriale –. Il tutto si tradurrà anche in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni".

Molteplici gli interventi che saranno realizzati in Emilia-Romagna. Tra questi spiccano la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati, l’efficientamento energetico nei processi produttivi e le riduzioni dei gas effetto serra.

Ma non è tutto. Diminuzione dell’impatto ambientale dei processi, realizzazione e potenziamento di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti, miglioramento dei sistemi di confezionamento e di stoccaggio.

Senza dimenticare l’ampliamento della capacità produttiva a completamento di una visione lungimirante.

Mattia Grandi

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