
Ex Sapaba, lo stop della Soprintendenza
Ex Sapaba, punto e a capo. La Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna ha imposto un nuovo stop al progetto dello studio Mario Cucinella Architetti di Bologna che prevede la costruzione di più di 300 appartamenti nell’area golenale in sponda sinistra Reno che, lungo la via Ronzani a Casalecchio, era occupata sino agli ’80-’90 del secolo scorso da una produttiva cava di ghiaia, di proprietà della Sapaba, società del gruppo Maccaferri.
La notizia dell’ulteriore bocciatura del masterplan dell’ex Sapaba è stata data da Barbara Negroni, assessora all’Ambiente e all’Urbanistica di Casalecchio, a margine del question time sulle recenti inondazioni, discusso durante la seduta del Consiglio comunale di giovedì scorso. Un fulmine a ciel sereno che ha spiazzato persino le opposizioni, contrarie da sempre al progetto. "Il progetto è stato bocciato già diversi mesi fa dalla Soprintendenza. Ma forse già lo sapevate", è stato il commento dell’assessora Negroni, interpellata dal ’Carlino’. All’oscuro di tutto anche Michele Vignodelli, esponente del Wwf nella zona Bazzanese e Porrettana e, soprattutto, presidente della Consulta Ambiente del Comune di Casalecchio. "Chiederò l’immediata convocazione della Consulta – annuncia Vignodelli – per conoscere in profondità le motivazioni della Soprintendenza. Ci siamo riuniti a marzo scorso e nessuno ci ha detto niente. In ogni caso, accogliamo con favore il pronunciamento della Soprintendenza. L’area dell’ex Sapaba non è una zona vocata alla residenza. Troppo forti i rischi idrogeologici".
Esulta la Lista civica di Casalecchio. "Nessun partito – ricorda Bruno Cevenini, capo gruppo dei Civici – si è opposto come noi al progetto, che abbiamo presentato ricorsi in Regione e in Città metropolitana. Quella è un’area golenale, soggetta alle grandi piene del fiume Reno. Oltre alle esondazioni dei rii Gamberi e Bolsenda, com’è successo in questi giorni". Si brinda anche in casa Legambiente (nella foto una protesta dei mesi scorsi). "Da oltre dieci anni – si legge in un comunicato del circolo SettaSamoggiaReno – siamo contrari a questo progetto che partì con il taglio di un bosco di querce in quell’area che si era rinaturalizzata spontaneamente. Le aree ai margini del Reno vanno mantenute verdi e non cementificate per consentire al suo alveo naturale di allargarsi in caso di piena, rallentando il deflusso delle acque verso la pianura ed il mare. Cementificare significa aumentare la velocità di deflusso delle piene, come confermano le pericolose esondazioni di questi giorni. Come 10 mesi fa, chiediamo al Comune di Casalecchio di riconsiderare il progetto ex Sapaba anche alla luce del rischio idraulico. Nel caso non lo facesse, si assumerebbe una grande responsabilità".
Cosa succederà ora? "La nostra amministrazione – risponde l’assessora Negroni – non ha ricevuto formalmente un nuovo progetto da parte della proprietà. Solo con la presentazione formale di una nuova ipotesi si potrà ricominciare l’iter amministrativo con la conferenza di servizi e quanto ne consegue".
Nicodemo Mele