Farmaci diversi per uomini e donne: "Bisogna lavorare ancora molto"

Studiosi al convegno ’Medicina di genere’ organizzato dal Consorzio Colibrì

Farmaci diversi per uomini e donne: "Bisogna lavorare ancora molto"

Farmaci diversi per uomini e donne: "Bisogna lavorare ancora molto"

Ancora troppi farmaci testati sugli uomini e non sulle donne, eppure le differenze sono enormi. Se n’è parlato nel corso di un convegno dal titolo ’Medicina di Genere e appropriatezza della cura’, organizzato dal consorzio Colibrì nel del presidio ospedaliero Villa Bellombra.

Tra i numerosi esperti e studiosi presenti: Elena Ortona (foto) direttrice del Centro di riferimento Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità; Gianni Casella, prima dell’Unità operativa di Cardiologia del Maggiore e Mirco Magnani, reumatologo, sempre dell’ospedale Maggiore.

"Grazie alla legge del 2018, nel nostro Paese che ha inserito la determinante di genere nella ricerca e nella formazione del personale sanitario, possiamo dire che sia iniziato un percorso che ha permesso uno sviluppo importante. Sicuramente bisogna fare ancora molto, sia dal punto di vista della formazione che della comunicazione, per l’appropriatezza delle cure che potrà portare anche a un risparmio importante per il servizio sanitario nazionale. Per i trial clinici si arruolano sia uomini che donne – precisa Ortona – anche se spesso, troppo spesso, i dati poi non vengono analizzati disaggregandoli per sesso. E questo non mette in evidenza le differenze, ad esempio per gli effetti avversi che, nelle donne, sono molto più forti. Per fare un esempio: otto farmaci su dieci ritirati dal mercato negli Usa la ragione è perché avevano effetti avversi sulle donne".

Della medicina personalizzata, soprattutto nella reumatologia, parla Magnani: "Trattare una ragazzi in gravidanza, una donna in menopausa, un uomo senza considerare che somministrare del cortisone, per fare un esempio, puoi creare una osteoporosi: occorre associare la patologia alla persona. Comunque devo dire che nella nostra regione c’è una particolare attenzione a questo. Molto di più che in altre parti d’Italia. Ma siamo ancora indietro". Per quanto riguarda i problemi cardiaci, come spiega Casella "la grossa differenza è soprattutto nei farmaci antitrombotici, quelli fludificanti che hanno necessità di essere aggiustati in base al peso, quindi nelle donne va sempre tenuto conto. Bisogna comunque lavorare sull’arresto cardiaco, indipendentemente dal genere, perché bisogna aumentare il numero di persone che arrivano in ospedale con possibilità di recupero. Bisogna che andiamo nelle scuole".

m.ras.

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