Ferrerio, prosciolto il quinto uomo "Non voleva causare il pestaggio"

Curto era accusato di concorso anomalo in tentato omicidio per aver depistato Passalacqua con un messaggio

Ferrerio, prosciolto il quinto uomo  "Non voleva causare il pestaggio"

Ferrerio, prosciolto il quinto uomo "Non voleva causare il pestaggio"

di Federica Orlandi

"Ho la camicia bianca": non c’era dolo dietro a quel messaggio, che ha sancito il destino di Davide Ferrerio, 21 anni. Alessandro Curto, 31 anni, calabrese di Petilia Policastro, è stato prosciolto ieri dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Crotone. Perché, appunto, non c’era volontà di arrecare danno nel messaggio che inviò tramite social, con un profilo falso, alla diciassettenne per cui aveva un debole e che interessava anche a Nicolò Passalacqua. Un messaggio che depistò lo stesso Passalacqua e il resto dei membri della ’spedizione punitiva’ messa in piedi proprio contro di lui. E la cui furia, invece, si scaricò sull’ignaro Davide, lì per caso, colpevole solo di indossare proprio una camicia bianca.

Non ci fu dolo neppure eventuale, a differenza di quanto ritenuto dal giudice per le indagini preliminari Romina Rizzo, che, dopo avere rigettato la richiesta di archiviazione della Procura per la posizione di Curto, il 22 marzo scorso ne aveva disposto l’imputazione coatta. Si chiude così la battaglia di Giusy, la mamma di Davide, che fin da subito, affiancata dall’avvocato Gabriele Bordoni, aveva lottato per vedere indagato l’uomo che riteneva fosse stato il motore dell’aggressione a suo figlio.

Ieri in aula il procuratore capo Giuseppe Capoccia in persona ha depositato la lunga memoria redatta dal pm titolare delle indagini Pasquale Festa, in cui chiariva gli aspetti giuridici per cui chiedeva il non luogo a procedere. In primis, il fatto che nel comportamento di Curto non ci fosse il dolo ravvisato, "ma non chiarito", nell’ordinanza con cui il gip disponeva l’imputazione coatta, e di conseguenza neppure il concorso anomalo in tentato omicidio.

La tesi della Procura è stata sposata anche dall’avvocato di parte civile che rappresenta il Comune di Crotone, Jacopo Abruzzo, dopo che era stata rigettata la sua richiesta di ampliare l’imputazione al reato di sostituzione di persona: il profilo falso creato da Curto per scrivere alla ragazzina su Instagram, infatti, portava il nome di un ex della giovanissima. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Renzo Cavarretta, riprendendo le intercettazioni eseguite dalla Squadra mobile in questura tra Curto e alcune parenti della ragazza, ha sostenuto che il suo assistito "non aveva avuto sentore di pericolo quella sera" e che non sapeva che la giovane fosse minorenne. Gli avvocati della famiglia Ferrerio, Bordoni e Fabrizio Gallo, si erano opposti alla richiesta di archiviazione ribadendo che senza quel messaggio non ci sarebbe stato il pestaggio di Davide; ipotesi accolta dalla gip, che scriveva come "eliminando" il messaggio sulla camicia bianca, letto ad alta voce dalla minorenne a Passalacqua e agli altri presenti di quel tragico 11 agosto 2022 in una piazza di Crotone, il pestaggio "non si sarebbe certamente verificato".

Il ventunenne bolognese da quel giorno è in coma irreversibile. Ricoverato in una clinica privata, le sue condizioni peggiorano di settimana in settimana, e di pari passo si affievoliscono le speranze della sua famiglia: non solo mamma Giusy, ma pure papà Massimiliano e il fratello maggiore Alessandro.

Intanto, si attende per questo venerdì la sentenza, con rito abbreviato, a Passalacqua, accusato di tentato omicidio; Andrej Gaju e la sua compagna, la madre della ragazzina allora minorenne, accusati di concorso anomalo in tentato omicidio, non hanno invece scelto riti alternativi. Anche la decisione sul loro eventuale rinvio a giudizio sarà presa venerdì.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro