Fondi alla sanità Una petizione anti-tagli Regione e Comune in pressing sul governo

Donini: "Ma il Senato ci chiama a parlare di assicurazioni integrative. Chiesto un tavolo sui finanziamenti a Schillaci e Giorgetti: nessuna risposta". .

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Fondi alla sanità Una petizione anti-tagli Regione e Comune in pressing sul governo

di Donatella Barbetta

Alla presentazione della petizione in difesa della sanità pubblica, già oltre 41mila firme su Change.org, risuona anche un ’grido d’allarme’.

"Chiediamo che il Governo, anziché occuparsi di chiamare le Regioni in audizione al Senato a parlare di sistema assicurativo privato integrativo per la sanità, ci convochi al tavolo per garantire loro la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale".

Così Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna e coordinatore della commissione salute della conferenza delle Regioni, a palazzo d’Accursio. "Bisogna difendere il Sistema sanitario nazionale. Non più tardi di due settimane fa – ricorda – come Regioni abbiamo lanciato in modo unitario un grido d’allarme ai ministri Orazio Schillaci e Giancarlo Giorgetti (titolari della Salute ed Economia, ndr), chiedendo un tavolo urgente per evitare la riduzione dei servizi o disavanzi da parte delle Regioni. Ebbene, non abbiamo ricevuto risposta. Quindi, evidentemente, per il Governo l’appello di tutte le regioni per salvare il servizio sanitario nazionale non è una priorità. Invece – sottolinea l’assessore che si dichiara "preoccupato" –, siamo stati chiamati dalla prima commissione del Senato, per ben tre volte, a parlare di forme assicurative integrative di assistenza. È lì che si vuole andare? Prima di arrendersi lo Stato dovrebbe svolgere il suo compito", ammonisce Donini, anch’egli firmatario dell’appello nato dalla Romagna e che da giorni ricorda che a livello nazionale mancano cinque miliardi per il 2023. Non tarda la reazione di Fratelli d’Italia: per il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri, l’assessore "fa propaganda sulla pelle dei cittadini. Due anni fa Fratelli d’Italia disse che la sanità pubblica era al collasso, il governatore Stefano Bonaccini ci aggredì e ci disse che sbagliavamo. Raffaele Donini tacque e confermò le parole del suo capo. Oggi l’assessore alla Sanità Donini grida al rischio ‘default’ per la sanità pubblica, peccato che lo faccia solo per criticare il governo Meloni. Dove era Donini – si chiede Tagliaferri – quando Draghi e Speranza massacravano la sanità a suon di tagli? Li applaudiva come tutto il Pd". "Abbiamo bisogno che la priorità sia salvare il sistema sanitario nazionale, perché non c’è più tempo – avverte il sindaco Matteo Lepore, che ha firmato ieri – Avere assicurazioni private per la sanità vuol dire che ognuno si arrangia con la propria carta di credito. Sulla sanità e l’autonomia differenziata si vuole dividere ancora di più il Paese". Per Vasco Errani, ex presidente regionale e senatore, l’obiettivo "è far partire un movimento che vada oltre gli addetti ai lavori. Non c’è consapevolezza nel Paese che forse per la prima volta è in discussione la tenuta del sistema sanitario".

Tra i promotori dell’appello anche Giovanni Bissoni, già assessore regionale alla Sanità dal 1995 al 2010: "I problemi – ammette – non nascono oggi, con questo Governo. Non abbiamo consegnato una bella situazione in sanità perché è dal 2011 che stiamo definanziando il servizio sanitario nazionale senza fare le riforme necessarie". Presenti anche Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, e Mariella Martini, presidente Asp Reggio Emilia.

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