Bologna, cento furti al supermercato, il ladro non va in cella

In meno di nove mesi. Condannato e subito rimesso in libertà. "Sono povero" IL COMMENTO di Beppe Boni

Telecamere come deterrente ai furti nei supermercati

Telecamere come deterrente ai furti nei supermercati

Bologna, 28 ottobre 2016 - Bastano cento denunce per furto a far restare in carcere una persona? No, non bastano. Come dimostra il caso di un rumeno di 53 anni arrestato a Bologna dopo l’ennesimo furto in un supermercato e processato per direttissima: l’uomo è stato infatti condannato a quattro mesi di carcere e 100 euro di multa, ma subito dopo è stato rimesso in libertà grazie alla sospensione condizionale della pena. A suo carico risultano appunto più di cento denunce per furti di alimenti, da febbraio ad oggi. Un vero record. Che però non è bastato a farlo restare in cella. Stavolta la polizia l’aveva arrestato dopo che il 53enne era stato sorpreso dalla vigilanza a rubare 4 pezzi di formaggio, dal valore di circa 60 euro, in un centro commerciale.

Davanti al giudice lo straniero, senza fissa dimora, ha spiegato in lacrime con l’aiuto di un interprete di averlo fatto perché aveva fame: «Sono povero, non sono un ladro. Non ho lavoro e in patria ho due figli in patria di 6 e 10 anni».

Su di lui pendono oltre cento segnalazioni per furti in vari negozi. Di solito salumi, formaggi o altri generi alimentari. E negli ultimi tre giorni l’uomo ha collezionato altrettante denunce. Finora però erano state appunto denunce, mentre ieri sono scattate le manette. Durante il processo, il pm non ha ritenuto credibili le spiegazioni dell’arrestato e ha sostenuto che i prodotti rubati servissero in realtà ad alimentare un «mercato clandestino». Perciò ha chiesto prima l’applicazione di un obbligo di firma bi-giornaliero, poi la condanna a otto mesi di carcere.

Il giudice Luisa Raimondi ha invece riconosciuto il reato come tentato e la lieve entità del fatto, ritenendo che la pena non sarebbe stata sufficientemente alta da consentire una misura cautelare. L’attenuante è stata poi ritenuta equivalente all’aggravante di aver rubato un bene esposto alla pubblica fede, perciò alla fine la condanna è stata di ‘soli’ quattro mesi. I numerosi episodi per cui era stato denunciato nei mesi scorsi non hanno pesato nella valutazione, perché il 53enne non era mai stato arrestato in precedenza e i fascicoli a suo carico, visti i tempi biblici della giustizia, non sono ancora arrivati in tribunale. Insomma, una storia all’italiana. L’avvocato d’ufficio del romeno, Matteo Casalini, al termine dell’udienza ha indirizzato il proprio assistito alla Caritas: «Gli ho detto che è inutile rubare e che un piatto di pasta nelle mense di Bologna lo danno a tutti».

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