’Galvanidisco’. Studenti si sfidano in greco e latino sulle note dei The Kolors

La partecipata performance durante la Notte del liceo classico. La docente Benericetti: "I ragazzi hanno tradotto i testi. Ma quali lingue morte, oggi sono studiate anche con metodo induttivo".

’Galvanidisco’. Studenti si sfidano in greco e latino sulle note dei The Kolors

’Galvanidisco’. Studenti si sfidano in greco e latino sulle note dei The Kolors

Un ragazzo incontra una ragazza fra le aule del liceo Galvani. Anzi, più ragazzi e ragazze si sono sfidati a colpi di versi in greco e latino sulle note di Italodisco, il tormentone sanremese dei The Kolors. Un match, finito poi in parità, che ha acceso la Notte nazionale del liceo classico, manifestazione che ha coinvolto anche lo storico istituto bolognese di via Castiglione. E, soprattutto, ha dimostrato l’attualità e la vitalità di due lingue che, insomma, forse proprio morte non sono. Protagoniste dell’insolita serata di venerdì sono state due classi, una quinta ginnasio, la VA, e una quinta superiore, la H-I, che hanno lavorato al progetto assieme alla docente Clarissa Benericetti.

"Volevamo organizzare una Notte del classico divertente – spiega l’insegnante di greco e latino – e ho chiesto di tradurre una hit: fra le varie proposte i ragazzi hanno scelto quella dei The Koloros. È stato un modo per attualizzare i classici e non ci siamo limitati a tradurre, ma abbiamo inserito anche dei testi che facevano parte del programma dell’anno". E così il ritornello in greco recita passaggi come "Presto, che divento un baccante/ Hellenos Disco, ti supplico", cui è stato risposto frasi come "Per Ercole, se ti osservo, sempre canto. Canto Latine-Disco", con varie citazioni, da Seneca e Catullo. "Abbiamo fatto esibire i ’latini’ – continua la docente – e poi i greci e i visitatori hanno votato con un Qrcode: è stata una serata molto partecipata e sono stati proprio i ragazzi a tradurre tutti i testi". E questo nello spirito anche del ’metodo induttivo’, con cui oggi in due sezioni del Galvani viene insegnato il greco: invece che imparare a memoria le declinazioni, spiega Benericetti, i ragazzi apprendono il lessico dal contesto, all’interno di una frase, tanto che "sono abituati a tradurre dall’italiano al greco". Anche perché "non sono lingue morte. La palestra era pienissima e dopo l’esibizione sono venuti tanti ragazzini a dire che le sonorità del greco restavano in testa come l’italiano, per quanto riguarda i ritmi e le rime. Sono stati proprio gli studenti a crederci più di tutti".

Letizia Gamberini

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