"Gay, la diversità è una ricchezza"

(...) Ma anche nel caso in cui una persona conduca uno stile di vita contrario alla legge di Dio, non dovremmo accoglierla?". Dal punto di vista ideologico tutto questo potrebbe sembrare rivoluzionario, ma se le stesse frasi vengono lette con gli occhi della teologia, allora di nuovo non c’è nulla, perché la Chiesa considera uniche tutte le persone, riconoscendo in ognuno almeno un tratto del volto di Gesù. "La pastorale – prosegue Zuppi – deve aiutare a vivere da figli di Dio in una unica famiglia dove ciascuno è simile ma diverso; dove la diversità di ognuno è un dono per la ricchezza della comunità, dove si vive la vera vocazione della nostra vita che è essere santi. Quali sono i rischi di una integrazione di tutti – persone omosessuali comprese – nella pastorale ordinaria? Sono forse maggiori dei rischi che una famiglia corre nel cercare di integrare creativamente le particolari diversità (a volte molto particolari) di ciascun figlio?". Questi interrogativi nascondono un virus che spesso è presente nei fedeli e che il cardinale di Bologna vorrebbe scacciare, quello di considerare la Chiesa un club dalle regole rigide e molto esclusivo, quando invece è una casa aperta a tutti.

Massimo Selleri

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