"Giovani, investite sull’intelligenza artificiale"

TEDxBologna in piazza Maggiore, sul palco le storie di svolta degli ‘outsider’. Marco Landi, ex dirigente Apple: "Così reclutai Steve Jobs"

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di Paolo Rosato

«IL MONDO ha grande necessità di outsider, e l’evento di quest’anno è come sempre un foglio bianco: ogni talk si baserà su idee di valore». Domenica sera in piazza Maggiore andrà in scena il futuro con TEDxBologna, la decima edizione del palcoscenico più atteso: dieci outsider, protagonisti di sport, sanità, tecnologia e management che racconteranno il loro balzo oltre i pregiudizi. «Ci saranno, tra gli altri, Mister Secolo Lorenzo Bernardi e la dottoressa Annalisa Malara – spiega Andrea Pauri, curatore di TEDxBologna –. Il primo, ha cambiato la pallavolo trasformandosi da alzatore a schiacciatore. La seconda, ha scovato il primo caso di Covid in Italia. Voglio citare il Talmud: ’Chi salva una vita, salva il mondo intero’». Pauri sul palco intervisterà Marco Landi, pioniere del digitale e numero 2 di Apple negli anni ‘90.

"Gil Amelio, pur di riavere Steve Jobs, accettò di pagargli 400 milioni di dollari. Io l’avevo incontrato a cena a Cupertino, e da lì partì la trattativa per riportarlo in Apple". Non tutti se lo ricordano: nella seconda metà degli anni ’90, un italiano era il numero 2 di Apple. Marco Landi da Chianciano Terme. Fino a Cupertino, appunto, passando per Bologna. "Dove ho conosciuto mia moglie, a una festa delle matricole – spiega Landi, che ha una casa a Casalecchio, l’altra in Costa Azzurra –, stiamo insieme da 52 anni e ancora mi fa meravigliosi piatti bolognesi".

Ingegner Landi, lei domenica sera sarà sul palco di TEDxBologna in piazza Maggiore per raccontare la sua storia. Come si arriva al fianco di Jobs?

"Feci una tesi con il grande professor De Castro sul digitale. Nel 1968. Io volevo stare a Bologna, insegnavo alle Aldini Valeriani, ma sui trasmettitori digitali e su quelle tecnologie ero avanti e mi notarono prima Telettra e poi Texas Instruments, fui responsabile in Asia nel ’90. Poi la chiamata della Apple, arrivai che Michael Spindler divenne Ceo e che perdevano nel 1993 circa 300 milioni di dollari soltanto in Europa"

Come arrivò la svolta?

"La situazione era drammatica. Mi tirai su le maniche e portai in 12 mesi la Apple Europa a 112 milioni di dollari. Amelio, che era nel board di Apple, mi chiese di diventare Chief Operative Officer e arrivai a Cupertino a fine 1994. Windows e Intel lanciarono un nuovo sistema operativo, noi eravamo indietro. Fummo costretti a comprare un sistema all’esterno, e così arrivò il NeXT di Jobs. Il resto è storia, io rimasi ancora un anno, perché poi Jobs portò dentro tutti i suoi"

Ai giovani che la ascolteranno domenica sera in piazza cosa dirà, da dove si riparte?

"Dall’intelligenza artificiale. Tutti i successi tecnologici che stiamo vedendo dipendono da lei. Molti hanno paura delle macchine, ma l’IA è la chiave. In Italia le aziende investano di più e la applichino ai macchinari per produrre servizi innovativi. I dati di utilizzo sono la chiave"

E Bologna?

"Ci sono tante piccole e medie imprese sane, le si aiuti a investire in innovazione tecnologica".

 

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