Funerale di Giulia e Alessia, amici in lacrime: "Ora stiamo vicini a Vittorio"

Il dolore dei ragazzini e delle loro famiglie: "Non si può morire così"

Bologna, 6 agosto 2022 - "Poteva esserci qualcuno di noi al loro posto, non si può morire così, ma perché succedono queste cose terribili? Bisogna riflettere e pensare". Queste sono alcune parole che vengono pronunciate, tra le lacrime, dai giovani amici delle due sorelle Pisanu che, ieri mattina si sono presentati alla camera ardente. Simili anche i discorsi di alcuni genitori presenti, che hanno accompagnato i ragazzi: "È difficile essere qui, al funerale di due giovani, bellissime ragazze, coetanee dei nostri figli. Non si capisce perché queste cose avvengano, ma quando avvengono devono farti riflettere".

Il funerale di Giulia e Alessia Pisanu
Il funerale di Giulia e Alessia Pisanu

Due bandiere chiuse su se stesse da un drappo nero, le vie del paese silenziose. È iniziata così la giornata di lutto cittadino per il funerale di Alessia e Giulia. Una grossa corona bianca , dalle prime luci dell’alba, ha svettato davanti alla chiesa della Madonna del Buon Consiglio. Dalle 8, poi, sempre nella chiesa, è iniziata la camera ardente e una processione silenziosa e triste ha iniziato ad avvicendarsi per portare un ricordo, un saluto. La chiesa era straripante di fiori: alcuni di amici, altri arrivati sia dal Comune di Castenaso che di Riccione, ma anche da colleghi della famiglia, dal Judo Club locale, e dai titolari di bar e ristoranti. Franco Trazzi presidente del Judo Club di Castenaso: "Abbiamo deciso di fare una corona perché erano due ragazze del territorio di Castenaso e la nostra è una comunità forte e unita". Alessandro Pireddu, il sindaco di Senorbì, paese natale dei Pisanu: "È una cosa sconvolgente che ha lasciato un grande dolore nella nostra comunità, piccola. Non potevo non essere presente".

Tanti perché

A celebrare la santa messa don Francesco Vecchi e don Giancarlo Leonardi. "Ho incontrato i genitori – spiegava l’altro pomeriggio il primo –, ho cercato di portare un po’ di conforto in un momento così tragico e devastante. Preghiamo per loro. Ora un po’ di riserbo dopo tante parole". Parole e solidarietà per Vittorio e Tania che da domenica sono stati letteralmente inondati dall’amore e dall’affetto di parenti (molti saliti dalla Sardegna), amici ma anche semplici conoscenti che hanno fatto la spola nella villetta di Madonna di Castenaso, tra via Carlina e via Montanara. "Non  ho pace – continua a dire Tania –. Come può essere successo tutto questo alle mie ragazze?". 

L’inchiesta

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La ricostruzione di quanto avvenuto domenica all’alba, dopo una notte in discoteca, ormai è sempre più nitida, anche se le telecamere in stazione a Riccione, pur funzionanti, non hanno ripreso l’impatto. Fondamentale, tra i racconti dei testimoni oculari (6 fin qui) ascoltati dalla Polfer romagnola, quello fatto dal macchinista del Frecciarossa. Il treno, diretto verso Bologna, non doveva fare fermata a Riccione. Il macchinista vede in lontananza una prima sagoma. È quella di Giulia, la più grande delle sorelle (17 anni). Giulia è lì, "come impietrita", raccontano altri testimoni. "Stava in mezzo al binario, ferma, con lo sguardo in direzione del treno", racconta il macchinista. Pochi istanti e scorge anche Alessia, la sorella minore (15). Dapprima seduta sulla banchina, scende sul binario per portare via Giulia. Per un attimo prova a tornare verso la banchina, per mettersi in salvo. Ma è tardi.

 

 

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