Pannelli solari sui tetti del centro. Gli architetti: "Salvaguardare il rosso Bologna"

Parla Marco Filippucci, presidente dell’Ordine sotto le Torri. "L’idea è realizzabile e interessante. Però bisognerebbe analizzare caso per caso senza andare a snaturare il celebre paesaggio cittadino"

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"E’ un tema delicato. Bisognerebbe fare un’attenta analisi costi-benefici. E per costi non intendo soldi, ma il sacrificio di paesaggio dall’alto valore storico–architettonico". Chiede attenzione Marco Filippucci, presidente dell’Ordine degli architetti di Bologna, quando si parla dell’installazione di pannelli per l’energia solare in centro città. La proposta è quella di alcuni sindaci Pd e anche dell’ex inquilino di Palazzo d’Accursio, Virginio Merola, e l’analisi di Filippucci nel commentarla parte da alcune considerazioni votate all’equilibrio. "E’ un obiettivo sicuramente pregevole – argomenta l’architetto –, dall’altra parte però la sinergia con il contesto è molto importante".

E’ quindi fattibile?

"La fattibilità tecnica c’è, senza alcun dubbio".

Però?

"Una delle ragioni per cui Bologna è riconosciuta nel mondo sono i suoi tetti rossi. Il fotovoltaico andrebbe un po’ a snaturare quel paesaggio. Se lei pensa che per anni sono state vietate le realizzazioni di nuovi lucernari o di terrazzini in falda. Ecco, si potrebbero adottare quei criteri di attenzione anche per un intervento come quello di cui stiamo discutendo".

Il centro storico di Bologna è però architettonicamente variegato.

"Sicuramente, bisognerebbe fare delle distinzioni valutando caso per caso. Via Marconi, per dirne una, non ha quella caratterizazione così forte al pari, che so, della zona universitaria. Dubito che in via Zamboni possa esserci la compatibilità necessaria, per fare un esempio".

Ma la tecnologia attuale non permetterebbe dei compromessi, anche dal punto di vista cromatico?

"Esistono pannelli e soluzioni tecnologiche che si adattano meglio del classico pannello blu. Ne esistono di colore rosso, addirittura oggi esistono le tegole fotovoltaiche. Soluzioni che andrebbero armonizzate, valutando caso per caso. Poi mi chiedo un’altra cosa".

Quale?

"Quanto inciderebbe il potenziale fotovoltaico che potrebbe essere installato sui tetti del centro, rispetto al fabbisogno di energia elettrica richiesto dalla stessa area cittadina? Sono valutazioni che tecnici ed esperti dovrebbero considerare".

Merola fa anche riferimento alle pastoie burocratiche da superare, Bologna è piena di vincoli delle Belle Arti.

"Senza contare anche i condomini. Come ci si armonizzerebbe se si decidesse di intervenire? Ripeto, l’idea di incentivare la presenza di fotovoltaico anche in luoghi in cui storicamente non si è potuto intervenire in questo senso è corretta. Ma va pensata in maniera coordinata con il contesto. Poi troverei percorribile anche un’altra idea".

Quale?

"Quella di un sistema perequativo, con i privati che fornirebbero, per così dire, i pannelli fotovoltaici al Comune, che a sua volta li installerebbe in luoghi adeguatamente scelti. Contratti e modalità sarebbero tutti da individuare, è un progetto a lungo termine, ma potrebbe essere una delle soluzioni al problema"

Paolo Rosato

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