I sindacati: "I codici bianchi? Nelle Case della salute"

I rappresentanti dei lavoratori: "Bisogna indirizzare chi ha problemi non urgenti verso strutture idonee per evitare inutili intasamenti"

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Servono altre idee, non bastano le proposte della Regione per superare i problemi dei Pronto soccorso in Emilia-Romagna. Questo l’avviso della Cgil, dopo l’annuncio del pacchetto di provvedimenti che comprende anche la creazione di ambulatori per i casi meno gravi all’interno delle attuali strutture.

"È sufficiente – sostengono per Fp-Cgil Medici Vittorio Dalmastri e Marco Blanzieri – contare il numero di codici bianchi che si rivolgono ai Pronto soccorso per capire cosa non funzioni nel sistema e quali interventi siano necessari. A oggi sono migliaia le persone che tutti i giorni in Emilia-Romagna si rivolgono al Pronto soccorso chiedendo di usufruire prestazioni di base che nulla hanno a che fare con l’emergenza e con l’urgenza". Di conseguenza, "pur apprezzando le proposte della Regione, riteniamo che da sole non bastino e che sia necessario fare altro per dare risposta alle difficoltà e per evitare fughe di professionalità ed esperienze fondamentali per il nostro servizio sanitario regionale". Gli operatori sanitari di Fp Cgil suggeriscono di iniziare "da cose semplici e basilari, come evitare di assegnare ai medici dei Pronto soccorso, oltre alle normali funzioni, anche quelle di guardia ospedaliera, come spesso accade negli ospedali di piccole e medie dimensioni. Con il rischio di trovare fuori dalla struttura il medico che dovrebbe sostare in Pronto soccorso perché obbligato a controllare anche altri reparti, trovandosi poi in difficoltà nella gestione di un’emergenza improvvisa. E tornando a sviluppare i protocolli per la gestione dell’emergenza territoriale, per garantire la massima efficacia ed efficienza utilizzando in maniera proficua i medici dipendenti all’interno del Pronto soccorso".

Inoltre, sollecitano ancora i rappresentanti del sindacato, "va aperta una discussione sul decreto ministeriale numero 71 per la riorganizzazione della rete territoriale delle cure primarie, indirizzando chi ha problemi non urgenti-emergenti verso strutture idonee per evitare inutili intasamenti. Provando a capire se è bene che eventuali ambulatori di gestione dei codici bianchi rientrino nei Pronto soccorso (come nella proposta della Regione) o all’interno delle Case della salute (come immaginiamo noi) evitando così di legittimare flussi di prestazioni che provocano ulteriori intasamenti".

Infine, "riteniamo anche fondamentale progettare la necessaria formazione-informazione nell’utilizzo dei servizi – concludono – uscendo dalla logica punitiva del superticket nei confronti di chi si rivolge erroneamente al Pronto soccorso, ed entrando in quella dell’uso consapevole della rete dei servizi".

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