Il caso di Monterenzio. Metà paese è isolato: "Strade bloccate e mancano i servizi"

A due settimane dall’alluvione, la situazione è ancora molto critica. Il regista Daniele Sala: "Più di 50 minuti per portare i bambini a scuola. L’amministrazione pensi a istituire una navetta per aiutare i genitori".

Il caso di Monterenzio  Metà paese è isolato  "Strade bloccate  e mancano i servizi"

Il caso di Monterenzio Metà paese è isolato "Strade bloccate e mancano i servizi"

Monterenzio, 4 giugno 2023 –  L’alluvione è passata, ma i danni, devastanti, che ne sono conseguiti, fanno ancora parte del presente. Monterenzio, paese di 5mila abitanti nell’Appennino bolognese, non si è ancora rialzato. Anzi, dopo due settimane continua a essere spaccato in due a causa delle numerose frane che hanno colpito il territorio. E a pagare il prezzo più alto sono i cittadini, come il regista Daniele Sala che da dodici anni vive in questa parte di Appennino.

Sala, qual è la situazione di Monterenzio a due settimane dall’alluvione?

"Il paese è stato letteralmente spaccato in due dalle frane. La parte che guarda verso Bologna è quella che ha subito meno danni. Ci sono tutti i servizi, dalle scuole al municipio, poi bar negozi. La situazione cambia drasticamente per tutte le persone, me compreso, che abitano l’altra parte del paese, verso Bisano".

Si spieghi.

"Siamo completamente isolati. Ho tre figli di 9, 12 e 13 anni e, per portarli a scuola, devo salire in cima alla collina verso il Monte delle formiche, scendere in val di Zena, andare verso Bologna, risalire verso la Trattoria Grillini, scendere prima di Monterenzio e tornare indietro. Un tragitto di quasi 30 km in strade di montagna, (circa 50 minuti, ndr) per tre volte al giorno. Non solo, per fare benzina devo andare a Loiano, che dista più di 20 minuti da casa mia. Non è una situazione sostenibile, per questo chiediamo soluzioni in breve tempo".

Un esempio?

"Penso a una navetta che porti e riprenda i bambini da scuola, una soluzione che aiuterebbe tantissimo noi genitori. Oltre a questo, abbiamo anche il problema della spesa. In questa parte di Monterenzio c’è un solo negozio e gli scaffali sono quasi vuoti perché abbiamo anche un problema di rifornimento visto che i camion non riescono ad arrivare".

Che cosa è stato fatto, finora, per migliorare la situazione di questa parte di Monterenzio?

"L’impressione è che non sia stato fatto nulla, e tra i cittadini c’è tanta rabbia anche perché in questa zona abitano 1.500 persone, circa un terzo degli abitanti di tutto il paese. Qui ci sono ancora tronchi, fango e detriti, non sembra cambiato niente dai giorni dell’alluvione. Io, per esempio, abito in una strada che sale in mezzo al bosco e ho una frana proprio dietro casa. Ogni giorno spero che non succeda niente, perché altrimenti verrei travolto".

Avete in programma qualche iniziativa per far sentire la vostra voce?

"Sì, proprio in questi giorni sta nascendo un comitato. Stiamo preparando lettere e incontri per raccontare la situazione in cui siamo costretti a vivere. C’è un disagio molte forte che sta pesando su tutta questa parte di Monterenzio. Chiediamo più attenzione rispetto alle necessità delle persone, sappiamo che è un momento difficile, ma un aiuto è indispensabile".

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