"Il coraggio? È gentile"

Intervista a Gianrico Carofiglio che alle 18 apre ’La voce dei libri’ in Salaborsa

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Si può essere al contempo romanzieri e saggisti di successo? Sì, se si è Gianrico Carofiglio. Lo scrittore, che apre oggi alle 18 il ciclo di incontri La voce dei libri in Salaborsa, dopo il grande successo de La misura del tempo sta scalando le classifiche con un ‘breviario’ di poco più di cento pagine intitolato Della gentilezza e del coraggio. Ma cosa sono per lui questi due concetti? "La gentilezza di cui parlo è cosa diversa dalle buone maniere, dal garbo, dalla cortesia. Tutte doti apprezzabili, sia chiaro. Ma la gentilezza è una cosa più sostanziale e potente: è la capacità di affrontare il conflitto, inevitabile nelle società umane, senza renderlo distruttivo. Per fare questo è necessario coraggio, non nell’accezione stupida di sprezzo del pericolo, ma come dote dell’intelligenza e del cuore. Il coraggio non è il contrario della paura: è il buon uso della paura, la capacità di trasformarla con intelligenza in energia per cambiare le cose".

Nel nostro quotidiano c’è più bisogno di gentilezza o di coraggio?

"Di entrambi".

Nel libro sostiene che l’importante è come dire le cose e che quindi il politico deve essere un buon comunicatore. Le pare che questo succeda?

"No. Ci sono molti manipolatori, uomini e donne, che usano il discorso politico come i bari maneggiano le carte da gioco. Sono a volte efficaci e sempre immorali. Il buon politico, sia di destra che di sinistra, deve essere capace di raccontare con efficacia e spirito di verità i valori in cui crede e cui vuole ispirarsi per cambiare la società".

Pensa sia possibile che si arrivi nei talk show a discussioni ragionevoli, evitando rissa e urla?

"Io partecipo ai talk proprio per dimostrare in pratica che un modo diverso dalla rissa e dall’aggressione è possibile e necessario".

Parla di costruzione di nuove responsabilità: da dove deve partire?

"Dalla capacità di esercitare l’autocritica".

Cosa lega la sua attività di romanziere a quella di saggista? Un’idea di etica?

"Credo soprattutto una percezione forte della responsabilità connessa all’uso delle parole. Primo Levi diceva che dobbiamo rendere conto di quello che scriviamo parola per parola e che bisogna far sì che ogni parola vada a segno".

Il prossimo libro?

"Un romanzo con una protagonista femminile raccontata in prima persona. Un azzardo ma a me piace molto tentare".

Claudio Cumani

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