"Il Movimento resti con il Pd, si rischia l’oblio E porti il premier fino alla fine del mandato"

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Secondo lei è stato giusto o un errore uscire dall’aula al voto di fiducia sul Dl Aiuti?

"Credo che sia stato giusto evidenziare che il tema dell’inceneritore di Roma, che riguarda una delle battaglie identitarie del Movimento, non avesse nulla a che fare con il Decreto Aiuti – spiega Silvia Piccinini, al secondo mandato da consigliera in Regione Emilia-Romagna –. In aula però si è andati oltre, preferendo attaccare a 360 gradi il governo, ponendo dei temi giusti, ma nel luogo sbagliato e nel momento meno opportuno. Era evidente che questo approccio avrebbe avuto delle conseguenze e oggi rischiamo, pur avendo delle ragioni, di passare come quelli che vogliono andare a votare, in un momento in cui, al contrario, servono certezze e stabilità".

In piena crisi energetica, peraltro.

"Quello è solo uno dei problemi che dobbiamo affrontare, assieme alla crisi climatica, e allo tsunami economico che sta per arrivare. Penso ci siano ancora i margini per provare ad assumerci la responsabilità di dare delle risposte a questioni dirimenti".

Perché secondo lei Giuseppe Conte ha preso quella scelta?

"Le pressioni arrivate dalla comunità del Movimento vanno in direzioni tra loro opposte, e capisco la difficoltà di fare la scelta giusta visti i tanti interessi in gioco, compresa, tra gli altri, anche la sopravvivenza del Movimento stesso. Ma questo non è il momento di agire d’istinto, ma quello di essere lucidi. Non è tempo di ultimatum, ma di adoperarsi per evitare il collasso di famiglie ed imprese".

L’M5s sta discutendo sul cosa fare in vista del discorso di Draghi mercoledì. Lei cosa farebbe?

"Utilizzerei la ricetta che sta alla base del mio rapporto con la maggioranza in Regione: dialogo e confronto continuo. Anche aspro e serrato se serve, ma è ciò che ha consentito di fare dei passi in avanti, per esempio, in campo ambientale dove abbiamo scritto ed approvato la legge più avanzata a livello nazionale sulle comunità energetiche di cui sono stata relatrice. Nei pochi giorni che restano le forze progressiste e riformiste si parlino tra loro e si siedano intorno a un tavolo con Draghi e trovino un accordo su salario minimo e sui crediti fiscali bloccati".

Se si dovesse andare al voto il Movimento dovrebbe proseguire nell’alleanza con il Pd?

"L’alternativa è l’irrilevanza, e l’avanzata di forze politiche sovraniste. Il Movimento mercoledì ha un’ultima occasione per dire da quale parte del mondo vuole stare, e quale visione di società vuole portare avanti. Non esiste una terza via, diversa dal campo progressista, che non porti all’isolamento. Adesso non possiamo più sbagliare. Il rischio vero è che il Movimento sia destinato a scomparire se non correggiamo la rotta per tempo. Conte ha in mano il timone, è persona di buon senso, è ancora in tempo per evitare di andare a sbattere".

Paolo Rosato

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