"Il progetto dell’ex Pedretti era condiviso"

Campagna elettorale rovente nel centrosinistra. Il sindaco Bosso: "Basta strumentalizzazioni, quasi tutti i protagonisti sapevano"

"Il progetto dell’ex Pedretti era condiviso"

"Il progetto dell’ex Pedretti era condiviso"

Con nomi e cognomi, ruoli e responsabilità spalmate su un quarto di secolo e tre sindaci (tutti Pd) volano gli stracci a Casalecchio sui nove piani del nuovo Pedretti, e soprattutto sul futuro del centro storico. Una campagna elettorale rovente che per ora si gioca tutta nel campo del centrosinistra e fra i due candidati-sindaco sostenuti dalle due fazioni dell’ormai ex-partitone-pigliatutto. Per farsi un’idea basta leggere i nomi snocciolati dal sindaco Bosso che lunedì sera con un post che suona come una chiamata di correo, riassume una vicenda urbanistica che si può fare partire dalla chiusura dell’albergo-ristorante Pedretti: 25 camere ed una cucina che abbassano per sempre le saracinesche nel 2005. 2500 metri quadrati spalmati su tre piani a destinazione commerciale, alberghiero e ristorazione, che in vent’anni, fra crisi immobiliare, scambi urbanistici, varianti, rendering, cambio di proprietà e dibattiti infiniti sono lievitati (sulla carta) fino agli attuali nove piani e 5mila metri quadrati a destinazione residenziale e commerciale. Il tutto però sempre attorno ad un edificio abbandonato e poi ad una grande buca recintata da una rete arancione tipica di un cantiere che non è mai iniziato. Eppure il sindaco Bosso e l’assessore Negroni ce l’avevano messa tutta per chiudere la legislatura con l’inizio dei lavori che dovevano mettere ‘chi arriva dopo’ davanti ai fatti compiuti. Ma non è andata così, la licenza a costruire non c’è ancora e lo stesso Bosso ammette che "Il progetto nei dettagli dovrà essere valutato dalla prossima amministrazione e possono essere trovate soluzioni condivise con la proprietà, fermo restando i diritti di costruzione. Di cui va tenuto conto". Come dire che sono legittime le proposte (quasi) convergenti di Braga e Ruggeri di andare ad un confronto con la nuova proprietà con l’obiettivo minimo di diminuire il numero dei piani.

A spegnere le ambizioni sulla possibilità di ulteriori trattative e richiamare tutti ad un diritto di costruzione sancito dagli atti amministrativi approvati dal consiglio comunale ci ha provato la settimana scorsa con parole chiare anche Alessandro Cremonini, che con la sua Tecnocem srl da poco più di un anno è subentrato nella proprietà dell’area. Ora, per la giacchetta, "a fermare queste strumentalizzazioni" ci prova anche Bosso ricordando che "i protagonisti sono in buona parte coinvolti nelle scelte fatte dalle varie amministrazioni negli anni". Va escluso Braga, appena arrivato sulla scena politica. Ma si tira fuori anche Erika Seta, oggi in Forza Italia, che ricorda di avere sempre votato contro le soluzioni adottate dalla maggioranza e di cullare oggi l’idea di risvegliare il gruppo Facebook ‘No alla torre sul Pedretti’ che aprì quindici anni fa, quando militava in Alleanza Nazionale.

Gabriele Mignardi

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