Il sogno di Aldrovandi porta nello spazio

Una conchiglia di 47 milioni di anni fa dialoga con una ’Guglia’ di Nicola Samorì del 2016. Ovvero: uno degli oggetti naturalistici collezionati da Ulisse Aldrovandi si trova a condividere una nuova specie di ’wunderkammer’ (quindi di una nuova e inedita collezione che ci porta a passeggio nella storia) con una delle opere dell’artista che si muove nella produzione, dalla scultura verso la pittura, avanti e indietro nel tempo e che, saccheggiando il patrimonio iconografico occidentale, opera una riscrittura della storia dell’arte e dell’immaginario.

Ecco una suggestione dal percorso espositivo ’Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi’ che inaugura oggi al Centro arti e Scienze Golinelli. Si tratta di un connubio inconsueto e originale tra reperti e oggetti delle collezioni museali dell’ateneo bolognese, originali exhibit tecnico-scientifici immersivi e interattivi, quadri di Bartolomeo Passarotti, Giacomo Balla, Mattia Moreni e dipinti e sculture di Nicola Samorì con anche oggetti, strumenti, video e immagini provenienti dall’Agenzia Spaziale Europea che raccontano dell’alleanza tra arte e scienza in un paesaggio teso tra il passato e gli scenari futuribili.

Secondo gli organizzatori della Fondazione Golinelli, che hanno voluto questa mostra il cui allestimento è stato curato dall’architetto Simone Gheduzzi, "arte e scienza sono i due pilastri su cui si fonda la conoscenza dell’uomo e quelli che permettono di codifocare nuovi schemi per intercettare future traiettorie di sviluppo della società".

Al centro del progetto c’è la figura Ulisse Aldrovandi, uno dei più grandi scienziati della natura che visse tra il 1522 e il 1605 e che lasciò in eredità alla nostra città la sua capacità di essere curioso, osservando, catalogando e conservando i reperti della natura e fondando il moderno museo di storia naturale. Dal suo archivio (qui in mostra l’Erbario e la celebre ’Monstrorum Historia’) si potrebbero costruire chissà quante mostre, anche sull’immaginazione e se ci interroghiamo su cosa avrebbe fatto uno come lui nella contemporaneità, forse potremmo pensare che sarebbe stato un artista, o forse uno Steve Jobs. Di sicuro avrebbe adorato il poter sentire l’odore della Terra, della Luna, dello spazio, di una nube e anche di Marte, tutti ‘profumi’ (Marte un po’ meno) che il visitatore può annusare da provette che contengono liquidi ottenuti incrociando vari dati. L’allestimento vuole dare forma e colore al tempo, che diventa solo spazio. Non resta che esplorare questo nuovo mondo, partendo dall’ingresso dell’umanità nella storia e arrivando a prototipi di insediamenti abitativi lunari e marziani. Stasera dalle 20 alle 24 ingresso gratuito.

Benedetta Cucci

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