Influenza 2019, a Bologna bussa in anticipo. A rischio 90mila

L’Ausl: "Virus più impegnativo rispetto a quello dell’anno scorso. Possibile picco di ammalati tra fine anno e inizio 2020"

Il ceppo dell’influenza  è stato isolato con due mesi di anticipo rispetto al 2018

Il ceppo dell’influenza è stato isolato con due mesi di anticipo rispetto al 2018

Bologna, 23 ottobre 2019 - Ci siamo: ‘l’untrice’ è tra noi. Per di più, prima della consueta grande entrée invernale. Stiamo parlando dell’influenza, il cui ceppo, spiega Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, "quest’anno, è stato isolato, in Italia negli ospedali di Parma e di Udine, già a fine settembre. Di solito, avviene a fine novembre. Il netto in anticipo fa sì che, di questi tempi, il virus cominci a diffondersi". Con il risultato che il picco invece che a febbraio "si potrebbe verificare verso fine dicembre, inizio gennaio". Differente da quello dell’anno scorso che mise a letto più di centomila persone, l’influenza 2019 si preannuncia per "numeri più contenuti, ma molto più impegnativa e con possibili complicazioni".

Novantamila gli influenzati ipotizzati dall’Ausl. Classici i sintomi con cui farà sentire la sua presenza. Apparato respiratorio o apparato gastro-intestinale: le sue ‘vittime’ privilegiate. Con febbre sopra i 38 gradi. Nel primo caso, faranno da padrone tosse, raffreddore, starnuti e spossatezza. Attenzione, avverte il medico dell’Ausl, alle "complicanze polmonari che possono sfociare in una polmonite seria". Sul fronte gastro-intestinale, oltre a febbre e malessere, immancabile il "risentimento gastrico, male di pancia e fenomeni diarroici». Quanto alla cura «non sottovalutate l’influenza: mai. Prendetevi tempo, non trascuratevi e soprattutto curatevi bene, seguendo le indicazione del proprio medico", avverte l’Ausl.

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Fondamentale nella difesa dal virus, la vaccinazione che scatterà il 28 ottobre per concludersi il 15 gennaio. Come di consueto è gratuita per tutte le categorie a rischio: dai cronici (ad esempio diabetici) a chi soffre di malattie respiratorie o cardio-circolatorie fino alle insufficienze renali o epatiche. Per non parlare di anziani, bambini, chi lavora nel pubblico e donne incinta. "Quest’anno, le donne in gravidanza si potranno vaccinare sempre. Nel 2018, sono state 700". Considerando che in media vi sono tra le 6.000 e le 6.500 gravidanze in un anno, questa fascia potrebbe ampliarsi. "Lo speriamo". Certo è che l’Ausl, ha incrementato i vaccini, acquistandone ben "210mila contro i 160mila dell’anno scorso".

Inoltre, 200mila fiale sono già a disposizione dei medici di medicina generale e dei pediatri. "Vogliamo ingrossare il numero delle persone vaccinate, soprattutto tra gli over 65 passando dall’odierno 57% al 60%". Che fuor di percentuale significa 20mila persone in più. Un’organizzazione poderosa quella messa a punto dall’Ausl che "ha deciso di ampliare la rete di sorveglianza formata da quindici medici-sentinella tra medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che monitoreranno sul campo la situazione, fornendoci informazioni preziose in tempo reale sia sull’andamento delle vaccinazioni sia su chi di ammala".

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