Jack Frusciante è uscito dal gruppo Bologna, grande festa al Locomotiv per i suoi 25 anni

Compie un quarto di secolo il libro cult di Enrico Brizzi, ambientato sotto le Due Torri

Enrico Brizzi sul palco del Locomotiv Club

Enrico Brizzi sul palco del Locomotiv Club

Bologna, 21 settembre 2019 - "Grazie a tutti, le prove le abbiamo fatte 25 anni fa e questa sera ci stiamo divertendo!". Enrico Brizzi è uscito col gruppo ieri sera. Anzi, con tutte e due le sue band – quella degli esordi, Frida X e e quella con Yuguerra!- per festeggiare sul palco del Locomotiv nella serata/party «The Hometown Throwdown», il quarto di secolo del suo esordio letterario 'Jack Frusciante è uscito dal gruppo', una maestosa storia d’amore e di rock parrocchiale, che proprio nel 1994 veniva pubblicato da Transeuropa di Massimo Canalini. Riscuotendo un grande successo e divenendo la bibbia di un’intera generazione, che in parte ci ha tenuto a celebrare quell’epoca d’oro con lo scrittore della propria tardoadolescenza.

Una serata emozionante per Brizzi, che per aprire la serata ha invitato il dj Moreno Spirogi, personaggio della scena musicale di quegli anni con gli Avvoltoi, perché, come ben sappiamo, la musica è stata sempre il traino della sua ispirazione. Molti suoni internazionali, dal rock al punk, ma, in questa serata, anche tanta bolognesità, a partire da un pezzo del dj set che ha davvero ipnotizzato il pubblico: un Andrea Mingardi del 1977 che in 'Pus' parodiava il suono ribelle dell’epoca cantando 'sopra il punk la capra camp'.

Poi naturalmente gli Skiantos e Freak Antoni, che viene omaggiato anche nel live con Yuguerra!, che canta, accompagnando con gli altri componenti al basso e batteria, il reading dello scrittore bolognese «La vita quotidiana a Bologna». Le parole di Brizzi amano le chitarre ruvide e molti di coloro che sono arrivati qui ieri sera per partecipare alla festa di Jack Frusciante, sanno quelle stesse parole a memoria, proprio come fossero il testo di una canzone, perché, a modo suo, «Jack Frusciante è uscito dal gruppo», ha rappresentato negli anni Novanta, quello che oggi sono le canzoni di Calcutta e i cantautori da classifica. Un diario intimo romanzato, delle avventure quotidiane di un ragazzo bolognese in cui riconoscersi, in cui trovare rifugio.

Come aveva suggerito lo scopritore di talenti Canalini al diciassettenne aspirante scrittore, citando Pier Vittorio Tondelli, raccontare quello che si conosce è vincente. E Brizzi, proprio in apertura di serata, ricorda quell’episodio, (forse un po’ romanzato) quando per la prima volta incontrò l’editore sotto le Due Torri. Canalini lo volle conoscere nonostante avesse ricevuto un manoscritto che copiava completamente la trama di Blade Runner. Davanti al palco, ad ascoltare attente e a ritmare i riff di chitarra di Frida X esaltati dalla voce di Brizzi, anche le sue tre figlie molto rockettare: qualche mese fa ha dovuto accompagnarle proprio al Locomotiv, ad ascoltare i Maneskin.

E’ uscito di casa anche Gianluca Morozzi e poi Danilo Masotti, il papà degli 'umarell', che nel 'testo sacro' fu immortalato con la sua band New Hyronia, assieme alla scena musicale del tempo. «Nel 1994 soffrivo come un cane perché facevo il ragioniere con contratto a tempo indeterminato in un’azienda e poi avevo la mia band - racconta Masotti, in prima f ila apoggiato a un monitor da palco - e venni a conoscenza del romanzo da Diego D’Agata, che nel libro si chiama D. D. Bombay e che ci disse che c’era uno sbarbo che aveva scritto quto libro dove c’eravamo tutti noi più grandi...».  

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