CHIARA GABRIELLI
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Cronaca

La solidarietà di Lepore ai giudici: "Giustizia, la riforma preoccupa"

"Voglio esprimere la mia solidarietà ai magistrati che hanno manifestato la loro preoccupazione per la riforma della Giustizia". Sono le...

"Voglio esprimere la mia solidarietà ai magistrati che hanno manifestato la loro preoccupazione per la riforma della Giustizia". Sono le parole del sindaco Matteo Lepore, all’indomani della protesta contro il governo messa in atto da oltre cento magistrati fuori dalla sala Virgo Fidelis, dove era in corso l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Nel momento in cui ha fatto il suo ingresso nella sala il rappresentante del governo – l’inviato del Ministero Davide Galli -, i magistrati sono usciti, uno dopo l’altro, in silenzio, sul petto la coccardina tricolore e in mano, tenuta ben alta, la Costituzione. Una protesta compatta per esprimere il totale dissenso alla riforma della giustizia, in particolare sui temi della separazione delle carriere e del sorteggio.

"La nostra priorità dovrebbe essere il rafforzamento delle risorse e dei mezzi per garantire una giustizia più efficiente, vicinanza ai cittadini – dice Lepore –, non compromettere l’equilibrio e l’indipendenza della magistratura, minando il principio di un giudice terzo e imparziale". E aggiunge: "La storia di Bologna non sarebbe la stessa senza il ruolo imparziale di giudici attenti ai diritti dei cittadini e alla giusta ricerca della verità. Invito il governo ad aprire un confronto e non portare avanti iniziative unilaterali".

"È una riforma che altera gli equilibri dello Stato, è una riforma non della giustizia, ma della magistratura e anche punitiva nei confronti della magistratura – aveva spiegato il presidente dell’Anm Emilia-Romagna, Eleonora Pirillo –. Insistiamo dicendo che questo non cambierà di nulla il servizio che noi diamo ai cittadini, cioè il servizio non sarà migliorato: i processi civili e penali non dureranno un giorno in meno rispetto a oggi e invece noi in questo momento avremmo bisogno di molto altro: avremmo bisogno di risorse umane e di mezzi di strumenti, abbiamo un processo penale telematico che, diciamo, è entrato in scena già monco. Perché non funziona".

Chiara Gabrielli