La terza via delle primarie: online e in presenza

Dal Nazareno Vaccari rassicura: "Piattaforma inedita. Si punta alla modalità ’fisica’ per certe fasce. Lo Statuto? Non cambia"

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La sinistra vive di svolte, si sa. Il Pd non è da meno, ma ora la svolta sarà digitale. La grande domanda se le primarie online (che potrebbero essere di coalizione) diventeranno realtà sotto le Due Torri continua a tenere banco. Il summit di lunedì tra Stefano Vaccari, responsabile organizzazione del Pd nazionale, Nicola Oddati, braccio destro di Nicola Zingaretti, e i vari segretari dem provinciali delle città capoluogo che andranno al voto amministrativo (tra le quali Bologna, Torino, Roma, Napoli) è confermato. E la piattaforma web c’è, perché il partito ci lavora da mesi, fa sapere Vaccari. Non sarà un nuovo Rousseau dem, ma una piattaforma inedita. "Insomma, il copyright sarà del Pd", sintetizza Vaccari. Molto probabile, quindi, che a differenza del Rousseau grillino, si preveda una modalità mista, dando modo ad alcune fasce ben definite (gli anziani, ad esempio, che non hanno dimestichezza col web) di votare in presenza laddove possibile, vista l’emergenza sanitaria.

Insomma, nel caso non si trovasse nei territori una candidatura unitaria e le primarie in presenza come previsto da Statuto siano impossibili causa virus, allora entrerebbe in gioco la terza via. Che stavolta con Tony Blair non c’entra nulla. Resta, però, il rebus data del voto. Se verranno confermate le elezioni a maggio-giugno, significa che si dovranno organizzare primarie entro fine febbraio-marzo, mentre in caso di urne autunnali ad aprile-maggio. Vaccari rassicura: "Non ci sarà bisogno di cambiare lo Statuto. Basterà rimandare a regolamenti specifici che spiegheranno come svolgere le consultazioni". Dalla federazione bolognese resta un punto fermo: il percorso procede. E venerdì 29 o massimo sabato, si terrà la Direzione. All’ordine del giorno (se il premier Conte non cadrà prima), le Comunali. Obiettivo: trovare un nome unitario. Superpartes, come dice il consigliere regionale Giuseppe Paruolo. Che, a ’Ciao Radio’, avvisa uno dei contendenti in campo, Matteo Lepore: "Si rischia lo scenario del ’99, quando Guazzaloca vinse sulla Bartolini".

Comunque sia, se il partito non troverà la quadra, la piattaforma web sarà a disposizione. Sebbene già si vociferi che una fetta del partito in Direzione esprimerà perplessità, soprattutto considerando le critiche pregresse alle votazioni grilline via web. Ma, si sa, à la guerre comme à la guerre, quindi nulla è scontato.

Intanto sulla coalizione ci sono le prime aperture: dopo l’ok di Italia Viva ai dem locali, il partito abbraccia i renziani ritrovati: "Le alleanze locali devono poggiarsi su una comune visione programmatica, senza essere condizionata da schemi nazionali", dice Matteo Meogrossi, coordinatore della segreteria dem. Porte aperte anche ai Verdi che in Regione governano col Pd.

Rosalba Carbutti

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