La variante inglese contagia uno su quatttro

Su 204 campioni, 57 sono positivi: di questi, ben 22 individuati nel bolognese. Il prof Sambri: "Altre ricerche"

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Un contagio su quattro, in Emilia-Romagna, è legato alla variante inglese. Il dato emerge dal primo studio sulla mutazione del virus della Regione: 204 i campioni analizzati, tra i positivi individuati tra il 4 e il 5 febbraio scorsi. Di questi, 57 sono risultati positivi alla variante inglese, ossia il 27,9 per cento: 22 sono concentrati su Bologna. Per il professor Vittorio Sambri, direttore dell’Unità operativa di microbiologia della Romagna, che ha condotto le ricerche, "siamo di fronte a risultati rassicuranti: siamo in grado con assoluta certezza di identificare la variante inglese con i metodi diagnostici, abbiamo tutte le evidenze scientifiche che sia controllabile con gli anticorpi del vaccino e non ci sono dati incontrovertibili sulla sua maggiore trasmissibilità, anche se per ora appare probabile. In totale accordo con i colleghi dell’Istituto zooprofilattico di Parma e il dottor Stefano Pongolini, tutti i nostri sforzi in questo tipo di indagini sono mirati alla ricerca di nuove eventuali varianti: solo così facendo potremo essere tempestivi e fare tutto il necessario per individuarne e contenerne la diffusione".

Una strada che proseguirà con una nuova indagine su 177 campioni raccolti il 12 febbraio: la prima analisi, quella molecolare, più rapida ma meno accurata, è già stata effettuata, e sono risultati 85 positivi. In attesa degli esami di sequenziamento del virus, applicando la stessa percentuale di conferma dei primi test che è stata dell’86% è possibile quindi stimare 73 campioni positivi alla variante inglese, che equivalgono al 41,3% del totale. Ma come per la precedente batteria di campioni, solo il sequenziamento del virus potrà indicare con certezza la diffusione della variante inglese.

Intanto, i contagi nel Bolognese calano: ieri ne sono stati registrati 250, a fronte dei 400 di lunedì. Di questi, 136 sono sintomatici. Purtroppo, si contano anche 12 morti, otto uomini ( dai 70 ai 102 anni) e quattro donne (dai 68 ai 93 anni) e le terapie intensive, dove si trovano ricoverate 52 persone, registrano un paziente in più rispetto a ieri.

In questo quadro, i Si Cobas segnalano un focolaio in un’azienda della logistica del tabacco dell’Interporto, "dove su 75 dipendenti 13 sono stati messi in quarantena", spiega il sindacato. "Tutto il personale il 15 è stato sottoposto a tampone antigenico", spiegano i SiCobas, che chiedono però di sottoporre tutti i lavoratori a tampone molecolare, "per una maggiore sicurezza". E un altro allarme arriva dal carcere dove, come spiega in una nota la Cgil penitenziaria "diverse detenute ristrette nell’apposito Reparto sono risultate positive al Covid e spostate, temporaneamente, al Reparto Semiliberi, situazione non idonea dal punto di vista della sicurezza". Il problema, per il sindacato, è legato al sovraffollamento: "Il numero dei detenuti ha raggiunto una cifra molto vicina alle 720 presenze, a fronte di una capienza di 492".

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