Lavoro, la ricerca del Cattaneo Precari e con paghe basse La Regione non è terra per giovani

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Spesso con contratti di breve durata e con salari tra i più bassi: sono i precari. Dalla fotografia scattata dall’Istituto Cattaneo, l’Emilia-Romagna non appare certo una regione felice per giovani e giovanissimi dal punto di vista occupazionale. La ricerca, commissionata dalla Regione e presentata in Salaborsa a Bologna, aveva l’obiettivo di approfondire "l’impatto dell’evoluzione demografica emiliano-romagnola sul sistema produttivo e sui percorsi lavorativi e di vita delle nuove generazioni" negli ultimi decenni.

Dalle oltre 200 pagine di analisi e tabelle emerge, senz’altro, come l’Emilia-Romagna si confermi una delle regioni più attrattive d’Italia, soprattutto rispetto agli universitari. Ma le indagini dedicate al mercato del lavoro restituiscono un quadro a tinte decisamente più fosche.

"La composizione della disoccupazione rivela chiaramente una elevata concentrazione fra i giovanissimi", si legge nella ricerca, cioè per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, inoltre, "la concentrazione di lavoratori a basso salario è estremamente elevata" ed è "stabilmente attorno al 40% dei giovani lavoratori presenti".

A questo si lega il fenomeno della precarietà. In Emilia-Romagna, scrivono i ricercatori del Cattaneo, "si rileva l’elevatissima concentrazione, oltretutto crescente negli anni, nelle due fasce dei lavoratori 15-24enni e dei 25-34enni. Fra i primi il lavoro precario arriva negli ultimi anni a riguardare il 70% degli occupati: un dato decisamente impressionante". Il 40% dei rapporti a tempo determinato dura meno di un anno, un altro 40% dura meno di sette mesi.

"Con una intensità maggiore che altrove – rileva il Cattaneo – il lavoro precario in Emilia-Romagna si connota per essere di breve o brevissima durata, quindi altamente instabile e marginale, oltre che insicuro e sottopagato". In parallelo in Emilia-Romagna aumentano anche i ‘Neet’, cioè i ragazzi che non studiano e non lavorano: sono il 13% dei giovani 15-24enni, contro il 15% del Nord Italia e il 20% in media in Italia. "Il che costituisce senza dubbio una nota positiva – analizza il Cattaneo – la nota meno positiva è data dal fatto che in Emilia-Romagna dal 2004 al 2020 i ‘Neet’ crescono di quasi quattro punti percentuali".

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