di Luca Orsi
Toccata e fuga sotto le Due Torri per Sergio Mattarella. Una visita-lampo, ieri mattina, al Tecnopolo, dove il presidente della Repubblica ha inaugurato il supercomputer ‘Leonardo’. È il quarto più potente al mondo, e sarà destinato a progetti di ricerca, uso scientifico e accademico e applicazioni industriali.
Alla presenza di Mattarella, il taglio del nastro – all’ingresso della White Room, la ‘casa’ di Leonardo: un gigante da 340 tonnellate distribuite su una superficie di 700 metri quadrati – è affidato ad Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, a Francesco Ubertini, presidente del Cineca e a Roberto Viola (Commissione Ue).
"Oggi si realizza un sogno, anzi due – commenta la Bernini –: il sogno tecnologico, con il genio scientifico e artistico di Leonardo che vive nel supercomputer e il sogno europeo". Anche grazie a ‘Leonardo’, una macchina da 240 milioni di euro, finanziata da Ue e Governo italiano, "siamo parte della storia, non spettatori, siamo lì dove si compete – afferma la ministra –. Continuiamo a essere pionieri. Oggi è già ieri e il futuro è adesso".
Parla di "giornata storica" Stefano Bonaccini, presidente della Regione. Con ‘Leonardo’ "rafforziamo la nostra Data Valley, portiamo l’Italia e l’Europa a competere nel mondo nel settore strategico del supercalcolo e dei Big Data". Con l’obiettivo di "favorire una crescita economica sempre sostenibile e soprattutto al servizio delle persone".
‘Leonardo’ "ci lancia verso la rivoluzione digitale", afferma il sindaco Matteo Lepore. Una rivoluzione "che ci consentirà di esplorare le frontiere della ricerca e dello sviluppo tecnologico, di migliorare la nostra capacità di compiere le scelte giuste per le nostre comunità".
Ma a monte di ogni decisione finale c’è una scelta che può essere definita ‘etica’. E con la tecnologia, avverte il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, "l’uomo è capace di fare cose straordinarie, ma anche di distruggere e distruggersi, basta vedere gli ordigni nucleari".
È quindi essenziale che "l’uomo sia sempre al centro, che non perda se stesso, ma sappia usare la sua straordinaria capacità creativa e generativa per creare vita e non morte".
Per Romano Prodi, già presidente della Commissione europea, "eventi come questo cambiano l’idea di una città e di una comunità. È l’entrata nella nuovissima tecnologia, è un passo dentro al cambiamento del mondo".
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