Castel di Casio, trapiantato licenziato per troppe pause. Ma per l’azienda è falso

La risposta dopo la denuncia contro la Metalcastello di Fim Cisl: “ Nessuna discriminazione, fumava in aree a rischio”

Così chi denuncia non corre pericoli

Così chi denuncia non corre pericoli

Bologna, 28 marzo 2017 - Licenziato perché, dopo un trapianto di rene, aveva bisogno di ripetute pause fisiologiche durante il lavoro. È quanto denunciato dalla Fim Cisl Area metropolitana bolognese spiegando che il «grave episodio» è accaduto alla Metalcastello Spa, azienda di Castel di Casio (Bologna) che produce ingranaggi.

«Nel corso degli ultimi anni - spiega il sindacato - nonostante le continue sollecitazioni da parte della Fim Cisl che ha più volte chiesto all’azienda un’attenzione particolare, vista la situazione fisica altamente precaria del lavoratore, la stessa al contrario, ha proceduto con numerose contestazioni fino ad arrivare ad oggi con il recapito della lettera di licenziamento». «L’Azienda - sostiene la Fim Cisl - con tale atto ha contravvenuto ai doveri morali di correttezza e buona fede, violando quanto sancito dallo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro che impone una particolare attenzione a tutti i lavoratori che, come nel caso specifico, soffrono di determinate patologie».

«Per noi - prosegue il sindacato dei metalmeccanici della Cisl - è inaccettabile che un’azienda come la Metalcastello che, solo poche settimane fa, ha lanciato una campagna a favore delle proprie lavoratrici donando un pacchetto di visite preventive oncologiche oggi licenzi pretestuosamente un lavoratore gravemente malato». «Chiediamo - prosegue la Fim - la massima solidarietà da parte di tutti i dipendenti della Metalcastello, nonché delle altre sigle sindacali per contrastare questa ingiustizia. La tutela della salute è un diritto sancito dalla Costituzione che va oltre a tutte le valutazioni procedurali».

La Fim Cisl ha dato mandato al proprio legale di fiducia, Livio Mercatante, di assistere il lavoratore. Pronta la risposta dell’azienda: “Un’accusa falsa che respingiamo con forza in quanto totalmente estranea sia alla verità dei fatti sia ai principi comportamentali di Metalcastello e della propria direzione aziendale. Come ampiamente dimostrato in passato e da recenti iniziative a favore dei propri dipendenti, citate dal comunicato Fim-Cisl stesso, che ricorda la campagna della Metalcastello svolta a favore delle proprie lavoratrici”.

“Il licenziamento irrogato da Metalcastello, nella fattispecie - viene precisato -, ha ad oggetto la reiterata violazione da parte dell’interessato di obblighi e regole di comportamento sul lavoro a tutela della sicurezza e della salute di tutti i dipendenti: in particolare si tratta delle prescrizioni sul divieto di fumo in aree ad alto rischio e più in generale sulle norme di sicurezza. Non c’è alcuna correlazione con i problemi di salute del lavoratore citato e il rischio di un incendio gravemente colposo, in grado di mettere a rischio l’incolumità delle persone e delle cose, eventualità sulla quale l’azienda deve vigilare con la massima attenzione». «Non consentiremo quindi - conclude il comunicato dell’azienda - che questa vicenda venga strumentalizzata e ci riserviamo di valutare ogni più opportuna azione a tutela dell’immagine e del buon nome di Metalcastello».

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