Malattie dell’intestino, la dieta per stare meglio

Il bilancio del convegno promosso dall’associazione Amici Italia a Bologna. "Alcuni cibi rappresentano fattori di rischio per l’insorgenza dei disturbi"

Bologna, 13 novembre 2022 - Riflettori accesi sulle malattie infiammatorie croniche intestinali, le cosiddette Mici: in Italia ne sono affette circa 250mila persone e l’incidenza della patologia è in crescita. Si registrano, infatti, 10,5 nuovi casi ogni anno per 100mila abitanti.Sono i dati presentati dall’associazione Amici Italia al convegno ‘Alimentazione e nutrizione nelle Mici’. La malnutrizione colpisce circa il 70% dei pazienti con malattia di Crohn e tra il 18% e il 62% delle persone colpite da rettocolite ulcerosa.

E da una ricerca condotta da Amici in collaborazione con EngageMindsHub, emerge anche che il 47% dei pazienti assume un alimento a fini medici speciali. Per questi pazienti, secondo gli specialisti la dieta associata all’utilizzo di un alimento a fini medici specialisti (Afms) è la chiave nel ridurre lo stato di infiammazione, ritardando l’utilizzo di farmaci biologici e della chirurgia nei casi più severi. Il 54% dei pazienti che soffre di Mici, infatti, ritiene che l’alimentazione influisca sulla malattia.

Il convegno a Bologna
Il convegno a Bologna

"In un territorio virtuoso come l’Emilia Romagna sentiamo la necessità di agire sulla garanzia dell’uniformità di trattamento, e mi riferisco alla rimborsabilità degli alimenti a fini medici speciali per la nutrizione enterale, ossia tramite sondino, e orale per tutti i pazienti pediatrici e adulti affetti da Mici", osserva Giuseppe Coppolino, presidente di Amici. "Nella gestione quotidiana dell’alimentazione, sia nelle fasi acute della malattia sia in remissione, possono essere di grande aiuto gli Afms perché hanno un elevato apporto calorico – aggiunge Patrizia Alvisi, responsabile del Programma di gastroenterologia pediatrica dell’Ausl – e sono ricchi di vitamine e minerali che possono essere deficitari soprattutto nelle fasi acute di malattia o in chi è sottopeso. Inoltre, alcuni Afms possiedono attività antinfiammatorie, soprattutto se assunti in maniera ’esclusiva’, ossia in sostituzione di tutti i pasti".

Il convegno, organizzato da Amici presso l’hotel Aemila, è stato coordinato, come responsabile scientifico, da Loris Pironi, direttore dell’unità operativa di nutrizione clinica e del centro regionale per l’insufficienza intestinale dell’Irccs Sant’Orsola, e ha visto la partecipazione come moderatore di Paolo Gionchetti, responsabile del centro Mici del Policlinico. Il filo rosso degli interventi degli esperti era rappresentato dalle necessità dei pazienti.

"Nel corso dei lavori abbiamo discusso i vari aspetti della nutrizione nei pazienti con Mici – fa il bilancio il professor Pironi – , fatto il punto sul ruolo della dieta di tipo occidentale, povera di frutta e verdura e ricca di cibi contenenti additivi, come fattore di rischio ambientale per l’insorgenza e lo sviluppo della malattia. Sono stati analizzati anche gli approcci dietetici rispetto ai vari quadri clinici delle malattie, sia nel paziente adulto sia in quello di età pediatrica. E abbiamo affrontato anche i problemi della malnutrizione e dell’obesità come fattori condizionanti un peggiore andamento della malattia e, infine, si è parlato della sindrome dell’intestino corto, conseguente a interventi chirurgici maggiori, come causa principale di insufficienza intestinale nei pazienti affetti da morbo di Crohn".

Per Coppolino, "l’obiettivo dell’evento è stato quello di garantire un continuo confronto tra medici e pazienti sensibilizzando sull’importanza crescente del ruolo della nutrizione. Ci sono sempre più evidenze cliniche sul fatto che diete a esclusione possano essere una cura".

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