Molinella, fa scappare i ladri mentre rubano nei garage

Il racconto di Lorenzo Capelli: "Così mia figlia ha messo in fuga i malviventi"

Lorenzo Capelli, residente in via Fallaci

Lorenzo Capelli, residente in via Fallaci

Molinella, 24 aprile 2019 - «Mia figlia – racconta Lorenzo Capelli – ha messo in fuga i ladri che, dopo il suo garage, stavano razziando, in via Fallaci, a Molinella, gli altri magazzini. Poi i malviventi con il bottino (materiale sportivo professionale per migliaia di euro) attraverso un varco nella recinzione della ferrovia sono scappati a piedi lungo i binari».

È la prima volta che si verifica un furto nella zona di via Fallaci, un’area nuova di Molinella dove stanno sorgendo condomini e villette. La notizia però ha destato non poco allarme. I ladri avevano studiato bene il colpo: «Nei giorni precedenti alla razzia sono stati viste persone che guardavano dentro i garage per identificare quelli con gli oggetti più interessanti», sottolinea Lorenzo. La zona, del resto, è scarsamente illuminata e c’è un cantiere abbandonato da mesi, proprio vicino a un boschetto.

«E’ la situazione ideale – continua Capelli – per mettere a segno furti. C’è solo una fila di lampioni e la notte i ladri possono girare indisturbati. Non solo, dal momento che qui è previsto lo sviluppo residenziale del paese, chiediamo che vengano installate le telecamere. È la nostra proposta, perché gli alloggi sono di pregio ed è chiaro che attirano i malintenzionati».

Capelli poi si domanda come mai il Targasystem, il sistema di telecamere per il controllo delle targhe installato anche a Molinella, non abbia rilevato il furgone rubato: «Forse c’è stato un malfunzionamento o un guasto - aggiunge. In ogni caso, i malviventi si stavano preparando a razziare tutti i garage e lo avrebbero sicuramente fatto se mia figlia non li avesse pizzicati. Inoltre ringraziamo il vicino di casa che, per primo, ha sentito i rumori». Il cantiere vicino alla stazione dei treni, abbandonato da mesi, dovrebbe servire per costruire il sottopasso della ferrovia. «Non vediamo operai da tempo e l’erba alta cresce indisturbata - conclude Capelli -. La vegetazione selvaggia ha aiutato nella fuga i malviventi».

 

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