Mauro
Sorbi*
Logica la nostra previsione
che l’utilizzo
del monopattino potesse aggravare la situazione
del traffico, una volta tornato
ai livelli pre-lockdown, perché la diffusione di questi mezzi non è andata di pari passo
con la cultura stradale.
Il dibattito sulla sicurezza stradale si riduce spesso
a sterili lotte di categoria, dimenticando sempre
che questa è responsabilità
di tutti gli utenti della strada
e le colpe andrebbero divise tra questi, invece di puntare costantemente il dito contro
il nemico di turno.
Gli ultimi dati annuali indicano 612 pedoni e 219 ciclisti deceduti e nel 2020
c’è già stata la prima vittima
sul monopattino. Prudenza
e rispetto delle regole salvaguardano tutti.
L’aspetto del monopattino può tranne in inganno,
non è un gioco, che esime
dal rispettare le regole, specialmente quando utilizzato nelle aree urbane del centro. Serpeggia un’errata
consapevolezza di impunità, forse perché non necessita
di patente o perché non dotato di mini-targa o perché
è difficilmente controllabile
il superamento del limite
di velocità.
La normativa attuale, equiparandoli alle biciclette, non ne obbliga l’omologazione, l’immatricolazione,
la targatura, ma prevede l’uso del casco per i minorenni
e per tutti l’adozione
dei necessari giubbotti
e bretelle retroriflettenti,
raramente indossati. Quindi non si dà nessuna garanzia
di sicurezza e tutela agli altri utenti della strada, costretti
a stare in continua tensione
per evitare di incombere,
a causa della guida scorretta
e pericolosa dei monopattinisti, in drammatiche conseguenze anche in sede penale, vista
la normativa sulle lesioni stradali e omicidio stradale.
La mobilità alternativa
e sostenibile non significa
che si sia esenti dal rispettare le regole, pena la crescita
di incidentalità.
*presidente dell’Osservatorio per l’educazione
alla sicurezza stradale
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