Monteveglio sotto choc: "Tragedia mai vista"

Residenti e commercianti: "Siamo sconvolti, nessuno pensa che fatti simili possano accadere in una cittadina come la nostra"

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di Nicodemo Mele

"Una tragedia. Una tragedia immane. Come non se ne vedevano da decenni e decenni in questo nostro piccolo paese". Dietro al bancone della storica macelleria ’Tiziano&Paolo’ in viale della Costituzione a Monteveglio, nel comune di Valsamoggia, Paolo Soli allarga le braccia sconsolato e incredulo quando si torna a parlare dell’uccisione di Chiara Gualzetti, la sedicenne assassinata nel Parco dell’Abbazia a poche centinaia di metri da casa.

"Non te lo aspetti mai un fatto del genere – aggiunge – soprattutto da una famiglia che conosci molto bene come quella di Chiara. Mio figlio era in classe con la madre di Chiara, quando faceva la materna. E anche Chiara spesso ’bazzicava’ per la nostra bottega, veniva a fare la spesa".

Riccardo Tizzi ha 24 anni e, dopo aver fatto gli studi artistici e lavorato come pizzaiolo, da qualche mese si destreggia come dipendente dietro al bancone della macelleria ’Tiziano&Paolo’: "Vengo tutti i giorni da Castel Maggiore, dove abito – rivela Tizzi –, e ho notato che se lì c’è più competizione tra le attività commerciali, qui a Monteveglio c’è più collaborazione e coesione. La gente si ferma a parlare volentieri, si aiuta. Trovo inspiegabile che un fatto di sangue tanto terribile possa essere successo in un paesino come questo. Di solito questi sono fatti che succedono nelle grandi città".

La famiglia Gualzetti abita in pieno centro a Monteveglio, a due passi dalla piazza e dal municipio.

"Da ragazzina – racconta Mauro Benelli, gestore dell’Edicola della Piazza – Chiara entrava spesso nel mio negozio. Era una bimba vivace. Veniva a cercare i giochi che piacciono ai ragazzi come lei. Spesso era da sola. Oppure accompagnata dalla cugina. Davvero una brava ragazza. Crescendo era entrata nella squadra degli arcieri".

Come reagisce la gente appena vede i titoli sui giornali che riguardano la morte di Chiara? "Sono tutti sconvolti – risponde Benelli –, scuotono la testa e calano in un mutismo immenso. Perché, detta come va detta, non si pensa mai che una cosa del genere possa succedere sotto casa tua. Pensi che accada a mille chilometri di distanza. Abbiamo scoperto che Monteveglio non è più una cittadina tranquilla. E la cosa più grave è che Chiara è stata uccisa dalla persona di cui si fidava di più".

Al centro della piazza di Monteveglio c’è il ’Bar Onda’, luogo di incontro di tutti i cittadini. "Fino a qualche anno fa – ricorda il gestore Maurizio Nepoti – Chiara veniva nel bar a prendere qualcosa. Poi, come tutti i ragazzi, ha cambiato abitudini. Siamo rimasti tutti allibiti quando abbiamo saputo della sua morte. Un evento inaspettato. Non c’erano segnali che facessero pensare a qualcosa del genere".

E Medardo Montaguti, titolare dell’Euroffice Buffetti e vice presidente Confcommercio Ascom Bologna, aggiunge: "Anch’io la conoscevo poco, ma quando si è trattato di andarla a cercare non ci ho pensato due volte. Anche perché faccio parte della Protezione civile. Quella di Monteveglio è una comunità unita e nessuno si immaginava un epilogo così tragico".

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