Morta in casa, indagato l’amico: "Fu uccisa"

Kristina Gallo venne trovata cadavere due anni fa, ora la svolta con gli inquirenti che ipotizzano l’omicidio volontario. Lui: "Resto sereno"

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"Io e lei sempre insieme". Kristina e la sua Selly, l’inseparabile rottweiler, in una foto postata sul profilo Instagram della ragazza alcune estati fa. Uno degli ultimi momenti felici della vita di Kristina Gallo, 30 anni, la cui esistenza si è spenta troppo presto. Peggio, potrebbe essere stata spenta da una mano maledetta. Questa l’agghiacciante ipotesi che emerge dagli ultimi atti della nuova inchiesta affidata al procuratore aggiunto Francesco Caleca – condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo – per omicidio volontario, il quale ha messo da parte l’originaria imputazione di omissione di soccorso del fascicolo aperto contro ignoti. Già, perché nel registro indagati ora un nome preciso esiste: si tratta di un bolognese di 40 anni, amico di Kristina, in passato sentito come persona informata sui fatti, al quale è stato notificato l’addebito sabato scorso. "Tutto quello che era a sua conoscenza – spiega l’avvocato Alessandra Di Gianvincenzo – l’ha sempre detto e continuerà a ripeterlo in totale serenità. Non conosciamo gli atti, sappiamo che in passato c’è stata una richiesta di archiviazione del fascicolo. Confidiamo che venga fatta piena luce il prima possibile, soprattutto per la famiglia di Kristina".

La morte. Il nastro torna al 25 marzo 2019 quando Kristina viene trovata morta nella sua casa di via Andrea da Faenza, zona Bolognina. A fare la macabra scoperta è il fratello, legatissimo a lei, preoccupato perché non la sente da qualche giorno. Il cadavere della 30enne è nudo, pancia all’aria, in una posizione ritenuta fin dal primo momento molto strana: una parte è sotto il letto, l’altra fuori. Secondo l’autopsia, la ragazza sarebbe morta da 5-6 giorni, ciò è dimostrato anche dal principio di decomposizione del volto, accelerato dai raggi del sole spuntati dalla finestra della stanza. Per il medico legale della Procura perà si tratterebbe di morte naturale così il caso prende ben presto la strada della richiesta di archiviazione.

"Soffocata". Ma la famiglia Gallo non ci sta, impugna l’atto della Procura attraverso l’avvocato Cesarina Mitaritonna sulla base di una consulenza di parte che non esclude l’asfissia meccanica per occlusione delle vie aeree. Kristina, cioè, potrebbe essere stata soffocata. Si arriva a marzo scorso, il gip Domenico Panza dispone nuove indagini le quali ora hanno portato i primi frutti. Tra le cose che non tornano, oltre alla posizione del corpo, ve ne sarebbero altre, in particolare il mancato ritrovamento del telefono cellulare della donna. Apparecchio che – qui la novità – nei mesi scorsi qualcuno ha acceso e avrebbe addirittura utilizzato. Fin dai giorni scuccessivi al decesso, dai tabulati i carabinieri isolarono gli ultimi contatti della vittima, tra loro anche quello dell’attuale indagato nei confronti del quale vi sarebbero adesso elementi probatori ritenuti molto interessanti. Nei giorni scorsi è stata effettuata anche una perquisizione nella sua abitazione e domani tornerà davanti a Procura e Arma per essere sentito ma questa volta con lo status di indagato.

Nicola Bianchi

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