No vax trasporti Bologna: ecco come si aggira l’obbligo di Green pass sui mezzi pubblici

Ci siamo infiltrati nei canali social dei contrari al certificato verde: richieste di passaggi in auto, orari concordati e nessun timore del virus

Bologna, 10 dicembre 2021 - Da qualche giorno salire su autobus, treni e mezzi di trasporto è sempre più difficile per chi è senza Green pass. I No Vax, però, non si sono persi d’animo e hanno già preso le contromisure, come dimostra la rete ‘Trasporti solidali’ che i negazionisti hanno messo in piedi negli ultimi giorni. Noi de il Resto del Carlino ci siamo infiltrati in questa galassia per raccontarvi come funziona (VIDEO).

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Un fermoimmagine della nostra video-inchiesta sui gruppi Telegram che offrono passaggi
Un fermoimmagine della nostra video-inchiesta sui gruppi Telegram che offrono passaggi

I social

Da qualche settimana su Telegram sono stati creati due gruppi: ‘Llabor_vai_Bologna’ con quasi 400 membri e ‘Trasporti Solidali Bologna’ che di membri, invece, ne ha 2.100. Si tratta di due ‘comunità’ virtuali nelle quali gli iscritti indicano in chat la tratta che devono percorrere, poi aspettano che qualcuno si offra per dargli un passaggio e il gioco è fatto. Ma sono tanti anche gli utenti che scrivono l’itinerario che giornalmente fanno in auto per offrire uno strappo a chi, magari, deve passare per lo stesso tragitto. Un esempio? Se dobbiamo spostarci dalla Bolognina al centro non bisogna far altro che chiedere in chat se qualcuno, che fa la stessa tratta, sia disposto ad accompagnarci. Poi basta tenere sotto controllo la chat fino a quando uno dei più di duemila utenti ci risponderà indicandoci un orario.

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La prova su strada

Per testare se questo gruppo funziona davvero, quindi, ci siamo finti No Vax e abbiamo risposto a una signora che cercava un passaggio per il centro. Le scriviamo in privato e lei ci fornisce qualche dettaglio: "Grazie della disponibilità, ne avrei bisogno per le 14,30. Mi farò trovare all’incrocio di via G... e avrò un cappotto rosso". Nel frattempo altri utenti cominciano a contattarci in privato: "Salve, avrei bisogno di un autista privato", "Possiamo prendere appuntamento per la fine del mese per accompagnarmi a prendere la pensione e pagare le bollette?". E ancora: "Domani inizio il mio primo giorno di lavoro in Saragozza, ho bisogno di un passaggio per il ritorno".

Ma torniamo alla signora con il cappotto rosso: alle 14,30, puntuale, si fa trovare nel luogo concordato. Sale a bordo, e dopo averci fornito la destinazione la prima cosa che ci chiede è se siamo vaccinati. Da questo momento per tutto il tragitto (circa 13 minuti) la conversazione sarà interamente incentrata su Covid e Green pass. Ci racconta essere una cantante che gira "per il mondo continuamente". Le chiediamo, allora, come va il lavoro: "Mi sono organizzata da sola, ho una mia associazione. Insegno e ho aperto in presenza con le riaperture di maggio scorso. Mai nessuna persona a cui ho insegnato si è ammalata di Covid…".

Le teorie negazioniste

Poi il discorso si sposta sul vaccino: "Non è una cura, è una cosa letale… Molto peggio del virus. Preferisco prendermi il Covid e vada come vada, se campo tanto meglio". La signora parla di un vaccino non sicuro, non sperimentato e sostiene che l’umanità, in questo momento, stia facendo da "cavia". Eppure non è una No Vax a tutti gli effetti. Sottolinea, infatti, di essere sempre coperta da un vaccino antibatterico al quale, annualmente, si sottopone per "coprirmi dalle complicanze dell’influenza". No Vax sì, quindi, ma solo nei confronti del vaccino contro il Covid.

Mentre sul Green Pass è lapidaria: "È solo una scusa per creare delle discriminazioni, il contrario di quello che dovrebbe fare l’Ue". E aggiunge: "Dobbiamo combattere fino all’ultimo perché vogliono forzare la popolazione al vaccino". Non poteva mancare, poi, una digressione sulla pandemia scatenata da "un virus creato e scappato da un laboratorio" e un’accusa di complottismo contro il sistema sanitario che avrebbe catalogato come morti da Covid "pazienti deceduti per altre cause". Perché? "Così gli ospedali ci guadagnano– dice – ed è questo il motivo per il quale la tragicità dei bollettini non rispecchia assolutamente la realtà". Arrivati a destinazione ci saluta e ci offre dei soldi che abbiamo rifiutato. Poi ci raccomanda di tenerci in contatto per altri, eventuali, passaggi che è ben disposta a pagare.

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